La resistenza ai progetti di messa al bando del Partito Comunista di Ucraina

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Traduzione di Lorenzo Battisti per Marx 21.it

I giudici del Tribunale amministrativo di Kiev negano in blocco di trattare l’interdizione del PCU

Da otto mesi il nuovo governo illegittimo ucraino ha avviato una procedura di interdizione contro il Partito comunista di Ucraina. Tutti i mezzi erano permessi. Questa volta, i giudici del Tribunale Amministrativo di Kiev hanno deciso di non cedere al ricatto dell’esecutivo.

Il Partito comunista di Ucraina subisce da vicino da un anno un’offensiva senza precedente mirata a distruggerlo in quanto sola forza di opposizione nazionale, devota alla difesa dei lavoratori dell’Ucraina, senza alcuna distinzione né vassallaggio a qualche clan dirigente, oligarca o potere straniero.

Un anno di caccia contro il Partito comunista: tutti i colpi sono permessi

I progetti di legge che mirano a vietare il Partito Comunista e la sua ideologia sono stati presentati nel 2014 dai deputati populisti di estrema-destra come Oleg Liachko, hanno trovato un sostenitore nel Ministro del Giustizia Pavlo Petrenko che ha portato la questione davanti al Tribunale amministrativo di Kiev.

Nel mentre, durante l’estate, il gruppo parlamentare del KPU che nel 2012 era uno dei partiti principali, la principale forza di opposizione popolare, con quasi il 14% dei voti e 32 deputati, è stata sciolta. Nell’ostilità più totale, con milioni di elettori impossibilitati a votare nell’est del paese, ha ottenuto comunque circa il 4% dei voti a ottobre 2014. Non abbastanza per restare in Parlamento.

Le accuse lanciate contro il Partito Comunista si concentrano sull ” attentato alla sovranità e l’integrità territoriale”, in altre parole, un sostegno diretto alla ribellione separatista nell’est del paese. Un’accusa che permette al governo di aggiungere l’intenzione di rovesciare il governo con la forza, l’attentato alle libertà fondamentali e l’incitamento all’odio razziale.

Da mesi, la polizia ucraina, il Ministero della Giustizia così come i servizi di informazione conducono un’inchiesta, con metodi più che discutibili, cercando di montare un caso a carico del KPU per cercare di metterlo fuorilegge.

Tutti i mezzi sono stati utilizzati, ivi compreso il rapimento di militanti e quadri comunisti sottoposti poi ad interrogatori violenti. Finora, il Tribunale amministrativo (Tuo) di Kiev ha giudicato che nessuna prova concreta sia stata portata, rimandando a più riprese le udienze del caso.

Pressioni inammissibili dell’esecutivo: i giudici si rifiutano

Il 24 dicembre 2014, la Corte d’appello di Kiev aveva ingiunto tuttavia al Tribunale Amministrativo di Kiev di riconsiderare il caso che avrebbe dovuto riprendere, dopo i lavori preparatori, durante il mese di febbraio.

Il 18 febbraio 2015, colpo di scena, i 10 giudici del Tribunale amministrativo di Kiev decidono in blocco di non trattare il processo sull’interdizione del KPU, denunciando le pressioni da parte dell’esecutivo e i metodi inammissibili di cui sono stati vittime.

Questa decisione collegiale è stata presa dopo la rivelazione che la casa del giudice che doveva presiedere il caso, Valeri Kouzmenko, è stata perquisita dalla polizia, il suo computer sequestrato (con dentro i materiale di lavoro sul caso dell’interdizione del Partito comunista).

Secondo Kouzmenko, si tratta di un tentativo disperato di fare pressione sul Tribunale e di intimidire i giudici. Per il governo ucraino, si trattava di una misura obbligata, poiché i giudici erano sospettati di ” abuso di potere” e di ” falso.”

Per il Ministero della Giustizia, i giudici sono in combutta con i comunisti!

La reazione del Ministro della Giustizia, Pavlo Petrenko che aveva lanciato nel giugno 2014 la procedura di interdizione contro il Partito comunista, non si è fatta aspettare.

Oltre il fatto che l’affare potrebbe essere portato davanti ad un altro Tribunale amministrativo, ha annunciato il lancio di una procedura che mira ad imporre delle misure disciplinari contro i 10 giudici del TA che potrebbero condurre alla loro radiazione.

Secondo il Ministro, i giudici del TA di Kiev non sono neutrali e fanno il gioco del Partito comunista :

” Tutte le prove aggiunte al dossier ci lasciano credere che dietro il rifiuto dei giudici di trattare il caso, e vista la composizione del Tribunale amministrativo di Kiev, c’è un elemento: questo tribunale, ahimè, fa il gioco o è sotto l’influenza del Partito comunista di Ucraina.”

La resistenza continua per difendere i diritti democratici e sociali

Non c’è alcun dubbio che questi nuovi sviluppi gettano nel discredito più totale la legalità della procedura di interdizione del Partito comunista, e confermano le denunce del KPU sull’impiego di metodi illegali e della fabbricazione di prove per sostenere delle accuse senza fondamento.

Tuttavia, la reazione del potere mostra che non è disposto ad arretrare, a costo di bruciare i ponti con ciò che potrebbe restare dello stato di diritto in Ucraina. Il governo è pronto a lanciare una depurazione dell’apparato di stato, fino nel suo ramo giudiziario.

In questa lotta, l’unica forza nazionale di massa che rifiuta l’appropriazione del paese da parte degli oligarchi, i piani di austerità imposti dal FMI e la logica di integrazione europea, le ingerenze dei grandi poteri capitalisti, le discriminazioni contro i milioni di ucraini è il Partito Comunista.

E’ per questo che subisce da un anno questa ondata di repressione inedita, che ogni militante sopporta intimidazioni verbali, violenze fisiche, procedimenti davanti ai tribunali, arresti senza fondamento. E tuttavia, resiste, e questo ultimo sviluppo giudiziario prova ancora una volta che la giustizia e la verità sono dalla sua parte. Solidarietà ai nostri compagni!