In Europa aumentano i precari: passano dal 13,7% al 14,5%

In Europa avanza il popolo dei precari: nel 2005 un salario su sette derivava da lavoro temporaneo, il 14,5% contro il 13,7% del 2004. Il lavoro precario dunque non rappresenta ancora la maggioranza degli occupati, ma la tendenza in tutti i paesi Ue è quella di un aumento costante dell’occupazione a termine. Anche in Italia (12,3%), dove tra l’altro il tasso di occupazione resta tra i più bassi del vecchio continente (57,6%) e dove si ingrossano le fila dei giovani in cerca di lavoro (33,6%). I dati vengono dall’Eurostat: il tasso di occupazione nella Ue-25 è del 63,8%, in leggero aumento rispetto al 2004 (63,2%). Pochi sono i paesi che hanno già raggiunto l’obiettivo indicato dall’agenda di Lisbona (70% entro il 2010), con la Danimarca che nel 2005 ha fatto registrare un tasso di occupazione del 75,9%. L’Italia, col il 57,6%, è al terzultimo posto: peggio del nostro paese solo Malta e Polonia. La Spagna sembra invece essere la «patria dei precari»: nel 2005 ben il 33,3% dei salari scaturiva da occupazione temporanea. Il lavoro a termine in tutta Europa riguarda soprattutto le donne, che in 17 stati membri sui 25 dell’Unione superano la quota degli uomini a tempo determinato. L’Italia, infine, appare in fondo alla classifica anche sul fronte dei disoccupati in cerca di lavoro: il 33,6% contro una media Ue-25 del 18,3%. Peggio di noi solo la Grecia (37,3%) a cui va la maglia nera.