Discorso della delegazione cipriota (AKEL) al XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori (IMCWP)

akel logo“La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti della sua avanguardia politica – i partiti comunisti e dei lavoratori – nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo.”

Compagni,

salutiamo il XX Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e dei Lavoratori e rivolgiamo un caloroso saluto a tutti. Trasmettiamo un messaggio di solidarietà e di azione comune a nome dei comunisti di Cipro ai comunisti di tutto il mondo, a tutti coloro che lottano per i diritti dei lavoratori, per la pace e il socialismo. In particolare, esprimiamo la nostra gratitudine al Partito Comunista di Grecia per aver ospitato l’incontro di quest’anno. In occasione dei 100 anni di vita e di eroica lotta del KKE rivolgiamo un caloroso saluto ai suoi membri e quadri.

Come Partiti Comunisti e dei Lavoratori siamo uniti da valori, ideali e storia. Siamo uniti dall’ideologia marxista-leninista, dall’internazionalismo e dalla causa del socialismo. Naturalmente, sappiamo che esistono approcci diversi per quanto riguarda le questioni strategiche e tattiche che possiamo e dobbiamo discutere in uno spirito di cooperazione e rispetto reciproco.

Crediamo, tuttavia, che il Meeting Internazionale annuale adempia alla sua missione a condizione che diventi un forum per un fruttuoso scambio di esperienze e valutazioni, ma soprattutto che diventi lo strumento per salvaguardare e approfondire l’unità di azione dei nostri partiti attorno ad alcuni assi chiave. Costruendo su ciò che ci unisce, adempieremo alla nostra parte di dovere nella fase e nella situazione del movimento comunista internazionale oggi.

Compagni,

l’incontro internazionale si svolge durante la crisi capitalistica globale in corso. Nonostante le rassicurazioni di vari circoli dirigenti del mondo capitalistico e nonostante le fasi di una ripresa temporanea e anomala la crisi non è stata superata. Anche con la brutale distruzione di una parte del capitale, con tutte le misure antisociali imposte negli anni della crisi in tutto il mondo per abbassare il costo del lavoro e abolire i diritti sociali, il capitalismo non può liberarsi delle crisi, delle contraddizioni e dallo stallo. La contraddizione capitale-lavoro era e rimane alla radice dei drammatici problemi che la stragrande maggioranza della popolazione del pianeta si trova ad affrontare. Disuguaglianze di classe. La concentrazione di un’enorme ricchezza in sempre meno mani. Povertà, fame, disoccupazione. La distruzione dell’ambiente. Migrazione di massa. L’ascesa del fascismo in Europa e nel continente americano.

Più specificamente per quanto riguarda l’ascesa del fascismo e dell’estrema destra dobbiamo sottolineare che si tratta di un fenomeno che non si sta manifestando solo in Europa ma anche nel continente americano. Tuttavia l’espressione più pericolosa della crisi capitalista è il drammatico ed esplosivo acuirsi di competizioni/rivalità tra i centri imperialisti del pianeta che stanno assumendo la forma di guerre economiche, grandi battaglie tra giganti dell’energia, la rinascita di vecchi e nuovi focolai di tensioni e conflitti, insieme ad una militarizzazione crescente che sta riportando alla ribalta anche l’incubo di un disastro nucleare.

Crediamo quindi che nelle condizioni attuali il compito fondamentale dei partiti comunisti e dei lavoratori sia quello di esporre e rivelare le cause di classe che stanno dietro la concorrenza, la militarizzazione, il pericolo di guerra e la mobilitazione delle masse per difendere la pace, combattere contro l’incubo dello scoppio di una guerra regionale o generalizzata. Abbiamo il dovere di radunare nelle file dei movimenti pacifisti, antibellici e antimperialisti del nostro paese tutta la classe operaia, ogni lavoratore e ogni giovane, tutti coloro che concordano con l’importanza della lotta per la pace, anche se potrebbero non essere d’accordo con noi su tutto; anche se non siamo ancora riusciti a convincerli che la pace non significa solo l’abolizione della guerra ma lo sradicamento delle cause profonde della guerra.

Questa prospettiva guida AKEL nel nostro dovere di illuminare e mobilitare il popolo cipriota contro i piani di vecchia data tesi a trasformare la nostra isola in una base militare e in un’arena di esercitazioni di eserciti stranieri. Si tratta di un compito urgente che ci viene proposto, dato che il governo cipriota di Anastasiades, sin dalla sua elezione nel 2013, ha dimostrato la sua determinazione a sostenere attivamente i piani imperialistici nella regione. Dalla sua rielezione nel 2018 continua a seguire con maggiore intensità questa linea di condotta.

Non è un caso che il governo Anastasiades abbia caratterizzato il nostro Paese come “avamposto dell’UE e dell’Occidente nel Mediterraneo orientale” e come “scudo di Israele”, mentre ora si sta muovendo anche verso l’Arabia Saudita. Queste opzioni vengono presentate dal governo come scudo protettivo per Cipro contro l’aggressione turca. L’AKEL sostiene la posizione secondo cui la sicurezza del nostro popolo e del paese è garantita dalla pace, non il nostro coinvolgimento in alcun piano imperialista e militarizzazione.

La lotta del popolo cipriota contro l’occupazione e la colonizzazione del 37% del territorio della Repubblica di Cipro da parte della Turchia e la divisione de facto dell’isola e di entrambe le comunità di Cipro, viene condotta nella regione del Mediterraneo orientale. Per l’AKEL, la lotta per la liberazione e la riunificazione della nostra patria è un dovere immediato come Partito della classe operaia e dei lavoratori di tutta Cipro. A nostro avviso, la riunificazione del nostro popolo – greco-ciprioti e turco-ciprioti – è un prerequisito essenziale affinché l’obiettivo della trasformazione socialista possa essere fissato nel nostro paese. Una soluzione del problema di Cipro che porrà fine all’occupazione e al regime delle potenze garanti straniere, ripristinerà la sovranità e l’integrità territoriale di Cipro, porterà alla smilitarizzazione dell’isola e la riunificazione del popolo costituirà un’inversione rispetto ai crimini imperialisti commessi contro Cipro nel 1974. Essa darà anche un importante contributo alla lotta antimperialista dei popoli e alla causa della pace nel Mediterraneo orientale.

Oggi la complessa questione del problema di Cipro è interconnessa con gli interessi economici, geopolitici ed energetici che stanno aggravando la situazione. Allo stesso tempo il passare del tempo crea un fatto compiuto molto grave e potenzialmente irreversibile sul terreno, ma anche per quanto riguarda la composizione demografica della popolazione a causa della sistematica politica di assorbimento culturale-religioso, economico e politico dei territori occupati di Cipro e della stessa comunità turco-cipriota che la Turchia sta attuando.

La politica di lunga data dell’AKEL sul problema cipriota si riassume nella posizione che se da un lato siamo pronti per un compromesso onorevole tra i greco-ciprioti e i turco-ciprioti, ma dall’altro non accetteremo alcun compromesso sull’occupazione, la divisione e la NATO. Questo è il motivo per cui l’AKEL in questo periodo sta lottando, mobilitando il popolo, prendendo iniziative sia all’interno che all’esterno di Cipro, verso la direzione di raggiungere l’obiettivo di riprendere i colloqui sul problema di Cipro, sulla base del quadro del Segretario Generale delle Nazioni Unite, che risolva correttamente le questioni relative alla sostanza del problema di Cipro, vale a dire la fine dell’occupazione turca e l’abolizione del sistema di garanzie, nonché l’abolizione dei diritti di intervento di Turchia, Grecia e Regno Unito su Cipro.

Allo stesso tempo, come AKEL, respingiamo fermamente gli scenari di adesione di Cipro alla NATO o le garanzie NATO per la soluzione del problema di Cipro, questioni che il Presidente di Cipro ha recentemente riportato alla ribalta.

La divisione dell’isola è un obiettivo di vecchia data della Turchia attraverso la promozione della confederazione o una soluzione “a due Stati”. Il fatto che tali opinioni – cioè la ricerca di soluzioni al di fuori del quadro delle Nazioni Unite che prevede la soluzione della federazione – vengano ora espresse anche nella comunità greco-cipriota, rivela interessi stranieri e porta a percorsi pericolosi. 

AKEL è stata ed è la forza che esprime con coerenza la posizione “Cipro – un paese – un popolo” ed avverte che il potenziale abbandono degli obiettivi per una soluzione federale equivarrebbe all’inizio della fine del problema di Cipro, ma anche, in ultima analisi, per Cipro stessa, dato che essa legittimerebbe la sua divisione.

AKEL considera suo dovere storico, per il futuro e per l’unità della nostra patria, la difesa

della soluzione del problema cipriota, che prevede la trasformazione della Repubblica di Cipro in una federazione di due zone, bicomunitaria con un’unica sovranità, un’unica nazionalità ed un’unica personalità internazionale, nonché l’uguaglianza politica delle due comunità, soluzione che rappresenta l’onorevole compromesso per la soluzione degli aspetti interni del problema cipriota su cui le forze progressiste delle comunità greco-cipriota e turco-cipriota concordano.

La solidarietà internazionale di Partiti Comunisti e dei Lavoratori e del movimento progressista internazionale verso la lotta condotta dal popolo cipriota è inestimabile.

Compagni,

affinché il Partito possa adempiere ai suoi compiti immediati e a lungo termine come avanguardia politica della classe operaia, deve innanzitutto e soprattutto conquistare la fiducia della classe operaie e dei lavoratori attraverso le lotte per le affermazioni popolari e sociali immediate; per la promozione e la soluzione dei problemi e delle esigenze quotidiane dei lavoratori e delle giovani generazioni, per la difesa risoluta del lavoro e dei vantaggi sociali dagli attacchi scatenati dal capitale e dai governi al suo servizio. E’ proprio attraverso questa prospettiva che valutiamo le nostre azioni e le nostre debolezze.

Negli ultimi anni Cipro ha conosciuto una concentrazione senza precedenti di ricchezza nelle mani di pochi privilegiati, accompagnata da un drammatico peggioramento delle disuguaglianze sociali e da una grave battuta d’arresto nei rapporti di lavoro. La politica del governo Anastasiades, in combinazione con il sostegno fornito di tanto in tanto dagli altri partiti dell’opposizione, serve in modo provocatorio e spietato gli interessi del capitale bancario e delle grandi imprese. L’AKEL è l’unica forza che esercita l’opposizione dal punto di vista degli interessi popolari, è la forza trainante e la principale forza di massa delle mobilitazioni popolari e sociali che hanno avuto luogo negli ultimi anni.

Tuttavia il fatto che la maggior parte delle misure antisociali e antioperaie del governo Anastasiades – nonostante le proteste sociali – alla fine sono state imposte (come la legislazione sui pignoramenti, la privatizzazione dei porti e la vendita della Banca Cooperativa, un’antica vittoria del popolo cipriota) ha radicato in un’ampia parte dei lavoratori la denigrazione e l’indebolimento al valore della lotta organizzata e dell’azione sindacale, ma anche la delusione per il Partito ed il Movimento. La nostra esperienza personale – ma anche la storia stessa – ha dimostrato che l’efficacia delle battaglie è determinante per il modo in cui la gente che lavora – in particolare quella degli strati più colpiti dalla crisi – guarda al partito ed al movimento dei lavoratori Di conseguenza, non basta dichiarare che siamo l’avanguardia della classe operaia. Dobbiamo conquistare e questo ruolo attraverso lotte decisive, ma anche efficaci, che migliorino la posizione dei lavoratori.

E’ la strada della lotta quella attraverso la quale il Partito conquista la fiducia del popolo del lavoro, è riconosciuto dal popolo stesso come la sua avanguardia ed apre la strada per realizzare grandi cambiamenti sociali ed inversioni di tendenza. La destinazione ultima di questo percorso di lotta non può essere altro che il socialismo, cioè la società che risolve radicalmente i problemi e le necessità immediate dei lavoratori, una società che affronta con determinazione le cause che danno origine alle guerre, al fascismo e alla distruzione ecologica; una società che libera le enormi dinamiche dell’umanità e della scienza. Perché il socialismo non è un desiderio di speranza o un’utopia romantica. Il socialismo è necessario, opportuno e fattibile. Le battute d’arresto e i periodi bui della storia sono temporanei. La ruota della storia andrà avanti ed anche l’umanità alla fine andrà avanti.

Il socialismo è il futuro dei popoli.