Colombia: “Basta con la guerra sporca e i crimini dell’ultradestra militarista!”

di Jaime Caycedo Turriago, Segretario Generale del Partito Comunista Colombiano

da semanariovoz.com

16 febbraio 2018

Traduzione di Marx21.it

La settiman scorsa sono stati assassinati Jesús Orlando Grueso Obregón e Jonathan Cundumi Anchino, noti leader di Unione Patriottica e Marcia Patriottica a Guapi, Cauca. Viene segnalato anche il crimine nei confronti di un giovane attivista a Catatumbo, mentre a Puerto Claver hanno ucciso Víctor Alfonso Sánchez Manjarrez, militante del partito legale FARC.

I dati relativi alle aggressioni e alle morti di leader sociali e attivisti sono aumentati in modo sostenuto negli ultimi mesi. Tra il gennaio del 2017 e il gennaio del 2018 sono state assassinate in Colombia 194 persone impegnate in attività sociali, comunitarie e di difesa dei diritti umani, secondo fonti governative e di ONG, nazionali e internazionali. Questi fatti hanno un effetto enorme sulla situazione politica nazionale e costituiscono un’autentica emergenza umanitaria, che il governo rifiuta di riconoscere. A Medellin è stata aggredita Aída Avella e a Córdoba la candidata Liney Paternina nel corso della campagna elettorale. Sono state denunciate minacce contro Rodrigo Ramírez, candidato di UP a Sucre. Tutto ciò è inaccettabile.

Gli atti aggressivi contro dirigenti del Partito legale FARC fanno parte di un contesto che ci pone di fronte all’inesistenza di garanzie, non solo a causa dell’inadempienza degli Accordi di Pace, ma per l’evidente trasgressione delle norme costituzionali. Nulla avviene per caso ed è esente da pianificazione. L’ultradestra militarista sperimenta nuovi metodi. Si tratta ora di attacchi vandalici sistematici, pianificati e indirizzati a boicottare l’iniziativa libera dei candidati della sinistra nella competizione elettorale.

La cantilena dell’ultradestra di una “sanzione morale” che si travesta da “esercizio democratico” con innocenti fischi e lanci di uova, cerca di nascondere il genocidio che viene perpetrato. E’ molto grave che ciò sia permesso e tollerato dalle autorità , dai mezzi di comunicazione e giustificata nelle dichiarazioni di alti funzionari dello Stato. L’attacco anticomunista attraverso personale assunto e noti organizzatori, hanno causato lesioni personali, tentativi di linciaggio, danni a immobili e a veicoli di terzi, delitti punibili dalle leggi che non ammettono scusanti da parte del governo e che devono essere indagati dalla Procura. Dobbiamo fermare il genocidio e la sua “giustificazione” simbolica, ora!

Inoltre, il potere dominante cerca di intorpidire il clima per impedire che l’unità delle liste pulite e la convergenza pluralista attorno a una candidatura presidenziale alternativa come quella di Gustavo Petro possa dare spazio alla creazione di nuove maggioranze nella direzione dello Stato. Si cerca il confronto con il Venezuela, e il governo nazionale si presta alle istruzioni di Washington militarizzando il confine, ostacolando la migrazione di cittadini venezuelani e aderendo ai progetti che, da Colombia, Brasile, Panama e dalle enclavi della NATO, vengono portati avanti dal Comando Sud degli Stati Uniti, mentre incalzano i perversi giochi diplomatici del cosiddetto Gruppo di Lima contro Caracas.

Crediamo in una riconciliazione democratica che rispetti le differenze, gli accordi di pace e l’uguaglianza politica, con garanzie e diritti per tutti, senza eccezioni. E’ venuto il momento di agire e per questo chiediamo a tutte le organizzazioni di pronunciarsi per il rispetto della vita, del patto per rimuovere le armi dalla politica, di sollecitare l’intervento immediato della Commissione Interamericana per i diritti umani (IACHR) con misure precauzionali, individuali e collettive, e la presenza parlamentare del Foro di San Paolo e della Conferenza Permanente dei Partiti Politici dell’America Latina (Copppal) al processo elettorale.