“Le nuove sanzioni USA esigono il cambiamento della strategia di sviluppo della Russia”

trump sanzioni 2017Dichiarazione del Partito Comunista della Federazione Russa (PCFR)

da kprf.ru

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

Il Congresso degli Stati Uniti ha votato a favore di un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa. Questa volta nel modo più incisivo nei confronti dei settori energetico e finanziario dell’economia russa. Il pretesto è nuovamente stato il ritorno della Crimea alla Russia, il sostegno alla Novorossija, e anche la presunta interferenza del nostro paese nelle elezioni presidenziali degli USA nel novembre dello scorso anno.

In realtà, l’imperialismo americano non ha bisogno di alcun pretesto per le sue azioni ostili contro la Russia. Tutta la storia degli Stati Uniti della fine del XIX e di tutto il XX secolo è piena di pesanti interventi motivati dalle accuse più feroci e false.

Ricordiamo che anche la Russia Sovietica dal 1918 al 1922 è stata oggetto di un intervento militare degli Stati Uniti. E ancora nella seconda metà del XX secolo, soprattutto dopo la distruzione dell’URSS nel 1991, le minacce militari e le sanzioni economiche sono state messe in atto allo scopo di ottenere il rovesciamento “incruento” di qualche governo.

Nel frattempo, i gruppi di potere russi, hanno sperato che i loro intrighi con l’Occidente e la loro disponibilità a fare concessioni unilaterali potessero favorire la loro libertà di manovra sulle questioni  riguardanti le ex repubbliche sovietiche, ora Comunità degli Stati Indipendenti.

Ma i primi segnali dell’intenzione di difendere gli interessi della Russia in Novorossija, e in seguito anche in Siria, hanno immediatamente rivelato ciò che l’Occidente aveva accuratamente nascosto: pur con l’arrivo al potere di forze filo-occidentali, il suo rapporto verso il nostro paese non è assolutamente cambiato. Gli Stati Uniti e i loro alleati da sempre, come già era avvenuto per secoli, considerano la Russia un avversario storico, come uno dei principali ostacoli al loro dominio totale sul mondo.

L’aperta ostilità delle élites degli USA verso la Russia significa il crollo definitivo dell’ “america-centrismo” della politica estera russa. Le nuove sanzioni americane hanno inferto il colpo definitivo alle speranze di coloro che, al vertice della Russia, speravano di integrarsi nell’oligarchia mondiale, sia pure come partners minori.

Il Partito Comunista della Federazione Russa ha ripetutamente avvertito che la presunta cordialità dell’Occidente è un elemento strategico del suo travestimento. Alla Russia fin dall’inizio è stato riservato il ruolo di parente povero, costretto a chiedere l’elemosina. Al nostro paese si vuole imporre il modello economico neocoloniale. La Russia deve servire come fonte di risorse naturali a basso costo per l’economia dell’Occidente.

Anche al mantenimento di tale condizione così umiliante per la Russia sono indirizzate le attuali iniziative degli USA. Non ci sono differenze di fondo tra il presidente Trump e il congresso degli Stati Uniti. L’unica differenza consiste solo nel come rendere più efficace la realizzazione degli interessi dell’America, come potenza dominante del mondo.

Il Partito Comunista della Federazione Russa condanna le sanzioni degli Stati Uniti come una flagrante interferenza negli affari interni del nostro paese, come l’espressione del totale disprezzo per gli interessi della Russia, un feroce tentativo di strangolare l’avversario storico.

Allo stesso tempo, siamo convinti che le azioni ostili degli USA rappresentano una doccia fredda in grado di far riflettere coloro che, ancora in questo momento, sperano invano in un rilancio delle relazioni con gli Stati Uniti.

Si tratta di cambiare il corso strategico. L’attuale politica è a un punto morto. La sua continuazione, in considerazione delle intenzioni dell’Occidente di annientare completamente la Russia, porterebbe al disastro nazionale. Sono moltissimi i fattori socio-economici che ci dimostrano come ci stiamo avvicinando a tale disastro in tempi rapidi. Risulta più che mai attuale la famosa affermazione di Stalin: “Siamo in ritardo di 50-100 anni rispetto ai paesi più avanzati. Dobbiamo ridurre questa distanza in dieci anni. O lo facciamo, o ci schiacceranno”.

Una nuova industrializzazione, la rinascita della scienza e dell’educazione russa sono indispensabili alla sopravvivenza della Russia. C’è bisogno della revisione completa della politica sociale ed economica. Occorre farla finita con il neoliberismo del blocco economico del governo, al servizio della borghesia compradora. E’ necessario aumentare drasticamente il ruolo dello Stato nella gestione dei processi socio-economici.

Il vettore dello sviluppo del paese deve essere immediatamente indirizzato a favore del popolo, e non di un pugno di oligarchi. Il potere deve fare tutto il possibile per incrementare il settore produttivo reale. Deve essere interrotta la dipendenza vergognosa del benessere della Russia dalle esportazioni energetiche, che rende il nostro paese particolarmente vulnerabile alle pressioni straniere.

Proposte concrete in tal senso sono contenute nei documenti programmatici del PCFR. In questo momento critico il potere deve ascoltare il parere dell’opposizione popolare-patriottica.

I tentativi umilianti di conquistare il favore dello zio Sam – un retaggio della politica estera della Federazione Russa dei tempi dello eltzinismo – devono finalmente appartenere solo al passato. In questo mondo sono rispettate solo la forza, la conoscenza e la volontà. Solo un’economia forte, basata non sull’esportazione delle risorse naturali ma sui settori industriali ad alta tecnologia, e pure Forze armate, sostenute da una moderna industria meccanica, sono in grado di assicurare la reale indipendenza dai ricatti e i diktat esteri.

Il PCFR è convinto che il popolo russo riuscirà a far fronte alle minacce provenienti dall’esterno e che con onore uscirà dalla crisi, in cui hanno spinto la Russia i nostri “amici giurati” in Occidente e i loro vassalli locali. Questo è già successo più volte nella nostra lunga storia. Così sarà anche ora!

Il Presidente del Comitato Centrale del PCFR

Gh. A. Zyuganov