Costruire strumenti di unità contro l’offensiva restauratrice in America Latina

pc argentina 500pxdi Partito Comunista dell’Argentina
da solidnet.org

Traduzione di Marx21.it

L’inasprimento delle manovre di disinformazione e delle strategie di manipolazione dell’opinione pubblica che fanno parte del repertorio della guerra mediatica nella nostra regione sono le principali armi della restaurazione neoliberista. Questo ruolo determinante lo assolvono alla lettera, dal momento che sono componenti della struttura dei colpi di Stato di nuovo modello, “i golpe soft” perpetrati nei parlamenti e rivestiti di una falsa legalità da istanze giudiziarie che a loro volta operano sottomesse all’autentico potere, il capitalismo monopolistico globalizzato.

Si deve ammettere che sono molto abili nel costruire l’inganno, riescono a far credere che le vecchie ricette di aggiustamento economico e sociale del Fondo Monetario sono aiuto finanziario, che il saccheggio delle risorse naturali ed energetiche va considerato un investimento produttivo, le relazioni diseguali come alleanze amichevoli e, ancora peggio, la povertà come un fatto compiuto e immutabile.

Questo potere mediatico e le montagne di dollari che lo sostengono, senza dubbio hanno inciso nell’amplificare le difficoltà che hanno affrontato e affrontano i governi cosiddetti “progressisti” e hanno contribuito in modo significativo a sviluppare un clima di destabilizzazione nei loro confronti.

Tuttavia occorre tenere anche in considerazione che la ragione più profonda delle battute d’arresto sperimentate dai governi progressisti risiede nei ritardi che si registrano nell’organizzazione di una forza ampia, plurale, frontista che si articoli come un reale potere popolare con elevata formazione ideologica capace di trasformarsi nel costruttore di una società alternativa in grado di affrontare il capitalismo finanziario concentrato e globalizzato.

In questo contesto, come affronteranno le vere sinistre una situazione così complessa e reazionaria? Quale sarà il ruolo che dovranno svolgere in primo luogo i comunisti, il nazionalismo popolare collocato ideologicamente e politicamente sul fronte di sinistra e il progressismo antimperialista, tra gli altri? Si sarà in grado di promuovere il progetto che propugna il cambiamento sovrano e indipendente di un paese senza proporre strategicamente la costruzione di un futuro post capitalista, vale a dire, il socialismo?

E’ un dibattito che non possiamo ignorare se vogliamo lasciare definitivamente alle spalle la farsa delle democrazie controllate dall’ombra; in particolare ora che si assiste a un’offensiva restauratrice, la cui continuità politica si accompagna a maggiore sfruttamento, fame e repressione e le cui vittime principali sono i lavoratori e i settori sociali più vulnerabili. Se non si affronta e si sconfigge questa offensiva neoliberista, sicuramente si accenderanno pericolosi focolai capaci di favorire una nuova irruzione del fattore militare come protagonista della vita politica nella nostra patria latinoamericana e caraibica, come già prevedono e sostengono diversi intellettuali e analisti.

Per la realizzazione di questo ambizioso obiettivo, a cui è interessato anche il nostro paese, si deve dare impulso all’unità della classe lavoratrice, che rappresenta il settore produttivo creatore principale dei beni che necessitano alla società per la propria sussistenza e sviluppo, e per questa ragione vi occupa il posto decisivo. Ma che costituisce anche, per la sua organizzazione e tradizione storica di lotta, la fascia socio-politica imprescindibile per costruire, con un suo ruolo centrale, l’unità di tutto il popolo colpito dai piani reazionari che si stanno sviluppando.

A nostro avviso, a questo compito occorre dedicarsi con decisione consapevole, volontà unitaria e passione organizzativa.