Mobilitazione popolare e ampia unità per sconfiggere il governo golpista del Brasile

manifestacoes domingo 17 contra golpedi José Reinaldo Carvalho*
da resistencia.cc

Traduzione di Marx21.it

* Membro della Commissione Politica e della Segreteria Nazionale del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)

Ringraziamo il compagno José Reinaldo Carvalho per la segnalazione del suo articolo sugli sviluppi della situazione in Brasile e sulla mobilitazione contro il governo golpista. Volentieri ne offriamo la traduzione ai nostri lettori.

Con l’elezione dei componenti della presidenza (mesas) della Camera dei Deputati e del Senato Federale, la designazione della leadership della coalizione di governo nelle due camere e la nomina di più di un membro del vertice conservatore (tucano) nel nucleo politico dell’amministrazione, il regime golpista completa l’allineamento dei suoi ranghi per dare continuità alla brutale offensiva antinazionale e antipopolare all’inizio dell’anno politico 2017.

La sinistra, a sua volta, ha approfondito le sue divisioni, non solo con lo scontro tra i partiti dello stesso campo, ma anche all’interno di ciascuno di essi.

Superato il dibattito sulla posizione del PCdoB nelle elezioni per le presidenze della Camera e del Senato (1), si volta pagina con gli occhi fissati sul percorso della lotta per trasformazioni rivoluzionarie in Brasile e nel mondo, e sui compiti immediati.

Ora importa, di fronte all’emergenza che il paese sta vivendo sotto il colpo di Stato, impegnarsi per far convergere le posizioni allo scopo di affrontare il governo golpista e le sue misure lesive dei diritti del popolo, una battaglia che si preannuncia dura, dal momento che i presidenti eletti dalle due camere legislative, pur affermando che promuoveranno il dialogo intorno alle materie legislative relative a tali misure, sono stati irremovibili nel dire che daranno l’assoluta priorità alla loro approvazione, in particolare le riforme della previdenza e del lavoro, già in questo semestre, esplicitando in anticipo che vi si identificano.

Le forze progressiste devono avere consapevolezza che hanno di fronte il rullo compressore della maggioranza governativa sia nella Camera che nel Senato, dove la “difesa dell’autonomia del Legislativo” sarà ammantata di retorica, per ragioni corporative nello scontro contro il Potere Giudiziario, ma adattandosi in realtà ai dettami dell’Esecutivo, con il quale alterna relazioni di sottomissione e complicità. Non ci si aspetta dalle attuali maggioranze nel parlamento e dalle loro leadership se non l’impegno estremo per attuare l’agenda di governo. In tal modo, oggettivamente, nei dibattiti in merito a tale agenda i presidenti recentemente eletti agiranno, come si apprende dalle loro dichiarazioni e atteggiamenti, non come i capi di un potere indipendente, loro precipua funzione, ma come leaders di fatto del governo golpista.

Il popolo brasiliano si aspetta dalle forze progressiste che manifestino nel parlamento un’opposizione ferma e conseguente rispetto all’agenda del governo e della sua base di appoggio, una capacità di denuncia alla tribuna e nella sessione plenaria, resistenza e lotta, l’esercizio del diritto all’ostruzionismo, la creazione delle condizioni che permettano di fermare la virulenta offensiva della coalizione di governo, di cui sono parte le presidenze. E il voto contrario a qualsiasi misura lesiva della sovranità nazionale e dei diritti sociali, del lavoro, previdenziali, civili, umani e democratici.

Questa lotta sarà tanto più efficace, se ci sarà piena comprensione del carattere del regime instaurato dal colpo di Stato del 2016, il cui successo ha avuto come protagonista principale questa stessa maggioranza parlamentare reazionaria e golpista.

Per questo, l’azione in parlamento nell’attuale momento politico, dal punto di vista delle forze progressiste, ha come presupposto la lotta contro il regime golpista, l’opposizione tenace, ferma, inconciliabile e conseguente al governo usurpatore e illegittimo di Michel Temer, l’uso dei mezzi a disposizione per impedire l’applicazione della sua agenda, in sintonia con i movimenti sindacali e popolari, che si raggruppano attorno al Fronte Brasile Popolare, e alle azioni nelle strade e in altri contesti della lotta sociale.

Nella tattica delle forze progressiste si deve comprendere il carattere centrale della lotta per il rovesciamento del governo e per la sconfitta della sua agenda. Dopo il golpe del 2016, il Brasile sta vivendo una fase politica completamente nuova. Se non si traggono tutte le lezioni da ciò, si corre il rischio di fare una lotta solo retorica contro il regime golpista, concentrando l’azione parlamentare e politica unicamente sui suoi effetti più nocivi.

Per inciso, è falsa la tesi secondo cui di fronte al “golpe nel golpe” e del risalto della Operazione Lava Jato nella situazione politica, il “male minore” sarebbe la permanenza, pur indebolita, del presidente usurpatore, illegittimo e golpista al potere fino al 2018. E’ falso anche pensare di abbassare la bandiera del “Fuori Temer!” con la scusa che non esiste il rapporto di forze che permetta di rovesciare il governo e il pretesto che sarebbe “quasi impossibile” convocare elezioni dirette anticipate, e vincerle, nell’ipotesi che si svolgessero. Così, la lotta per l’elezione diretta del presidente della Repubblica dovrebbe, secondo questa tesi, essere condotta senza darle particolare enfasi.

Ma è anche falsa e dannosa per la battaglia delle forze progressiste, perché le attirerebbe nel grembo del nemico, la tesi ricorrente secondo cui l’uscita dalla crisi politica è la comprensione, la conciliazione nazionale tra il governo, le forze che lo appoggiano e l’opposizione. Partendo dalla constatazione che la divisione fra i campi “non è ristretta a una disputa tra golpisti e non golpisti”, si propone l’alleanza con una delle ali del golpe, presumibilmente il centro politico. Certamente è necessaria una formula non semplicistica, che corrisponda alla complessità della situazione, ma la peggiore di tutte sarebbe quella che si passasse sopra l’esistenza di un campo golpista.

Anche la battaglia contro la stretta draconiana che il governo sta promuovendo in economia deve essere condotta frontalmente, poiché ci troviamo di fronte alla perdita dei diritti del popolo. In pieno periodo pre-golpe, i tentennamenti in questa battaglia si esprimevano attraverso la tesi secondo cui la stretta fiscale era obbligatoria, “con Dilma o senza Dilma”.

La lotta contro il governo Temer e la coalizione che lo sostiene sarà dura, intensa e di lunga durata. Richiederà la mobilitazione e l’organizzazione del popolo nelle strade, nei luoghi di lavoro e di studio, nel parlamento nazionale, nei parlamenti statali e municipali e nelle altre istituzioni del potere locale. Il suo successo dipenderà dall’unità delle sinistre e dall’ampia unione delle forze democratiche, progressiste e patriottiche.

Per i comunisti sarà sempre indispensabile coniugare una tattica ampia, combattiva e flessibile con la strategia rivoluzionaria di emancipazione nazionale e sociale, con una prospettiva socialista. Qualsiasi dissonanza tra tattica e strategia ci condurrebbe all’opportunismo – di destra o “di sinistra”.

Note del traduttore

(1) http://www.pcdob.org.br/noticia.php?id_noticia=292749&id_secao=3