L’Unione della gioventù comunista della Repubblica Ceca riesamina la “Primavera di Praga”

International Communist Press (ICP)
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Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Intervista esclusiva con l’Unione della gioventù comunista (KSM) sull’eredità della Cecoslovacchia socialista e la cosiddetta Primavera di Praga del maggio 1968.

La Gioventù comunista di Turchia (TKG) ha realizzato un’intervista esclusiva con l’Unione della gioventù comunista (KSM), l’ala giovanile del PC di Boemia e Moravia, in occasione dell’anniversario della cosiddetta Primavera di Praga del maggio 1968. La KSM ha discusso l’esperienza del Partito Comunista di Cecoslovacchia durante quegli eventi, l’eredità della Cecoslovacchia socialista e la posizione rivoluzionaria della gioventù comunista di oggi.

1) In primo luogo, come considerate l’esperienza socialista nel vostro paese? Quali sono le conquiste ideologiche e le lezioni politiche che questa storia vi offre mentre portate avanti le lotte odierne?

La costruzione socialista nel nostro paese è stata un’esperienza importante per i nostri popoli. Per la prima volta, la classe lavoratrice governava, il surplus prodotto apparteneva a chi lo creava. Nella nuova società, c’è stato un rapido sviluppo economico, l’aumento della coltivazione collettiva nelle campagne.

Nonostante questo, il carattere particolare dell’epoca, così come gli errori del soggetto rivoluzionario favorirono la scelta di soluzioni che non erano sufficientemente accurate.

Dobbiamo prendere in considerazione la situazione specifica, che era diversa da quella della Grande rivoluzione socialista d’Ottobre del 1917. L’edificazione socialista fu aperta dopo la vittoria dei popoli sul nazismo e sul fascismo, con il principale contributo e sacrificio dell’URSS in quanto primo stato della classe operaia. Allo stesso tempo, questa sconfitta indebolì la borghesia nazionale che in gran parte collaborò con le forze di occupazione naziste. Pertanto, nonostante il carattere nazional-democratico della rivoluzione del 1945, la vittoria antifascista agevolò lo sviluppo verso la rivoluzione socialista. In particolare, tutti i partiti avevano il socialismo nel loro programma. Inoltre, il livello di sviluppo industriale e l’organizzazione della classe operaia (specialmente nei paesi cechi) erano relativamente avanzati. La vittoria del febbraio 1948 rimase formalmente in campo parlamentare, anche quando ci furono cambiamenti nelle organizzazioni della classe operaia e contadine e nel potere. Ciò segnò gli sviluppi e le lotte successive. Uno di questi segni era la soluzione dei problemi nazionali. Il sistema degli stati socialisti aveva dei confini di stato, fondamentalmente ereditati dall’impianto di Versailles sorto dopo la prima guerra mondiale e che erano inoltre diretti contro la diffusione della rivoluzione proletaria in Europa. La trasformazione socialista lasciò anche delle reliquie sotto la forma di vedute “masarykiste” democratico borghesi all’interno della classe operaia e del Partito Comunista di Cecoslovacchia. (Masaryk, primo presidente della Repubblica cecoslovacca borghese tra il 1918 e il 1935)

Specificità analoghe erano presenti anche in altre nuove democrazie popolari e paesi socialisti in Europa.

2) Cinquant’anni fa, qual è stato il ruolo guida del Partito comunista nella Cecoslovacchia socialista?

Dopo la controrivoluzione in Ungheria, l’imperialismo ha appreso che lo scontro diretto violento non stava portando ai risultati auspicati ed era necessario attaccare il socialismo dall’interno del Partito comunista al potere. Pertanto ha cambiato le sue tattiche nel tentativo di restaurare il capitalismo. La reazione raccomandava alle persone scontente di diventare membri del partito e delle organizzazioni ufficiali. L’appartenenza al Partito Comunista di Cecoslovacchia (KSČ) copriva il 13% dell’intera popolazione adulta della Cecoslovacchia e molti membri spesso non soddisfacevano i requisiti della costruzione socialista. Dobbiamo aggiungere la perdita di vigilanza dopo il XX Congresso del PCUS e concezioni utopiche dello sviluppo verso il comunismo senza contraddizioni e sulla fine della lotta di classe. La dichiarazione del conseguimento del socialismo nella costituzione del 1960 sotto la guida del Primo segretario del KSČ e Presidente della Repubblica Antonín Novotný, che significava la fine formale della lotta di classe all’interno della repubblica socialista, era una manifestazione di questi processi.

Tuttavia, le contraddizioni e le lotte nella società rimasero. Nel 1963, l’accresciuto terzo piano quinquennale crollò e l’economia dovette essere diretta da piani a breve termine. Tra le ragioni di questi fallimenti c’erano le sopravvalutazioni soggettive delle possibilità, l’escalation del conflitto con l’imperialismo (nel caso di un attacco militare diretto dell’imperialismo, l’esercito cecoslovacco sarebbe stato costretto a intercettare il primo attacco, l’Armata Rossa non era presente in Cecoslovacchia). Anche la divisione tra la Repubblica popolare cinese e gli altri paesi socialisti fu di grande importanza, perché la maggior parte delle esportazioni dell’industria cecoslovacca destinate allo sviluppo della Cina non venne realizzata. I problemi economici hanno acuito altre contraddizioni che richiedevano soluzioni.

I problemi nazionali irrisolti nella questione della Slovacchia sono emersi rapidamente in superficie. Inoltre, i processi di riabilitazione avviati sotto l’influenza della politica dopo il XX Congresso del PCUS, che annullavano i giudizi delle aspre lotte degli anni ’50, si riflettevano nell’ascesa alla dirigenza del KSČ di individui che hanno iniziato a separarsi dal movimento. I sentimenti piccolo-borghesi aumentarono, le opinioni dell’intellighenzia presero il sopravvento e il ruolo guida della classe operaia diminuì.

3) Chi era Alexander Dubček e quale era il suo programma politico? Cos’è questa cosiddetta Primavera di Praga? Cosa è successo realmente nel 1968?

Le contraddizioni irrisolte culminarono nel Plenum del CC di KSČ nel gennaio1968, con la rimozione di Antonín Novotný dal posto di Primo segretario. In questo plenum si unirono diverse correnti nel partito. Un grande ruolo venne giocato dal malcontento del Partito Comunista di Slovacchia (KSS – parte del KSČ) sull’influenza nel processo decisionale e sullo sforzo dei suoi leader di federalizzare la Cecoslovacchia. Dall’unione di vari interessi è sorto il compromesso: in qualità di Primo segretario, fu eletto il debole politico, ex leader del KSS, Alexander Dubček. Con lui, l’intero gruppo di politici salì al potere con il programma del socialismo piccolo borghese, che hanno definito “socialismo dal volto umano” o “socialismo democratico”. Possiamo ricordare il socialista di mercato Ota Šik, che ha sfruttato le critiche su problemi economici reali e premuto per un indebolimento delle relazioni all’interno del Consiglio per la mutua assistenza economica e l’indebolimento della pianificazione centrale. Ha cercato un prestito estero non per investire nei mezzi di produzione, ma per acquistare i beni di consumo. Analogamente all’epoca del capitalismo restaurato post 1989, vi era la tendenza all’uso delle differenze di prezzo nell’esportazione di merci sottovalutate nei paesi capitalisti per le valute straniere, invece dello scambio reciproco tra paesi socialisti. Si fecero strada le proposte di sciogliere le cooperative agricole (che non ha incontrato la risposta positiva attesa nelle campagne) e di lasciare anche il Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza di Varsavia. Era pericoloso per il sistema socialista, specialmente ai tempi dell’escalation imperialista.

Vennero fondate nuove organizzazioni, ad esempio il club K231, che associavano gente imprigionata per una lotta contro la costruzione socialista. Nella leadership di tale club c’erano agenti diretti dei servizi segreti stranieri. L’organizzazione unificata della gioventù fu spezzata.

I nuovi fenomeni non erano spontanei. Le forze di destra nel partito e al di fuori di esso hanno abilmente usato i mass media per manipolare l’opinione pubblica. L’antisovietismo è apparso sui media ufficiali sempre più spesso. Nel luglio 1968, 99 operai dello stabilimento industriale di Praga scrissero una lettera al giornale sovietico “Pravda” che esprimeva la loro protesta contro l’antisovietismo in Cecoslovacchia. I comunisti che non erano d’accordo con lo sviluppo erano indicati come “conservatori”, contro i cosiddetti “progressisti”. C’era persino il piano per l’internamento dei comunisti dissenzienti (con il pretesto del comando contro la controrivoluzione) – che si avvicinava agli sviluppi in Ungheria nel 1956.

4) E rispetto all’intervento militare del Patto di Varsavia?

Nonostante all’inizio Dubček avesse probabilmente il sostegno della parte sovietica, nel corso del 1968 la dirigenza di altri paesi socialisti osservava con apprensione il pericolo della perturbazione del sistema socialista e l’ascesa delle forze controrivoluzionarie. Ci sono stati diversi incontri degli alleati in cui gli sviluppi furono discussi in modo aperto e Dubček ha sempre promesso di agire di conseguenza. L’ultimo incontro avvenne il 3 agosto 1968 a Bratislava (Slovacchia) tra i rappresentanti di partito di Cecoslovacchia, Unione Sovietica, Repubblica Democratica Tedesca, Ungheria, Bulgaria e Polonia, dove i partiti dichiararono la volontà di lottare contro l’imperialismo e difendere insieme le conquiste socialiste. Tuttavia, la leadership del KSČ non fece nulla contro la controrivoluzione e le organizzazioni reazionarie.

Ad un certo momento, fu presa la decisione di aiutare le forze internazionaliste che avevano paura dello sviluppo reazionario in Cecoslovacchia. Il 21 agosto 1968, 5 alleati del Trattato di Varsavia entrarono in territorio cecoslovacco. In contraddizione con la versione spesso citata, i soldati non hanno rovesciato violentemente il governo. Sfortunatamente, la destra nel Presidium del CC del KSČ, a conoscenza in anticipo degli sviluppi, prese l’iniziativa ed emise una dichiarazione che invitava il popolo cecoslovacco a ostacolare le forze alleate e ciò inasprì la situazione. La sinistra dentro e fuori il partito non era ben preparata e organizzata. Gli oppositori della “primavera di Praga” erano terrorizzati. Furono minacciati di rappresaglia per presunta collaborazione. I mass media hanno operato in modo simile. I “progressisti” si riunirono in un incontro illegittimo, nel quale chiesero un congresso straordinario del KSČ (a parte le altre cose, i rappresentanti della Slovacchia non erano presenti).

Nel frattempo, il Presidium del KSČ e il presidente della Repubblica Ludvík Svoboda andarono a Mosca per discutere su come risolvere la situazione. Ci fu un accordo tra la leadership sovietica e quella cecoslovacca sulla normalizzazione della situazione. L’accordo venne firmato, con una eccezione, da tutti i soggetti coinvolti, tra cui Alexander Dubček. Tuttavia, dopo il ritorno, Dubček rimase sotto l’influenza delle forze di destra e apparvero e furono sostenuti nuovi eventi antisovietici e anti-socialisti.

Le istituzioni occidentali capitaliste sfruttarono la confusione dei primi mesi per la scelta dell’emigrazione e del lavoro di lavoratori qualificati nel campo della scienza e dell’arte. L’organizzazione trotskista Movimento dei giovani rivoluzionari preparò attacchi terroristici. Un altro picco era rappresentato dalle azioni incendiarie dei gruppi di studenti manipolati. Le autentiche forze internazionaliste si formarono lentamente, ad esempio tra i giovani – la Lega della gioventù leninista, nella cultura il Fronte di sinistra. Nello stesso KSČ, avanzò la linea dell’approccio pragmatico e il rappresentante slovacco Gustav Husák divenne leader del partito.

I dirigenti della cosiddetta “Primavera di Praga” non sono riusciti ad attuare pienamente il loro programma di “socialismo democratico”. Il vero contenuto del programma fu mostrato agli inizi degli anni ’80 e ’90, quando la maggior parte di loro ha partecipato alla restaurazione del capitalismo in Cecoslovacchia e dopo la controrivoluzione ha occupato posizioni importanti. Ad esempio, Alexander Dubček è diventato il leader del Parlamento federale.

5) Pensate che esista una corrispondenza tra gli eventi del maggio ’68 negli altri paesi e gli incidenti avvenuti nel vostro paese nello stesso anno?

Poiché l’equilibrio delle forze stava cambiando, negli anni ’60 si aprirono indubbiamente nuove prospettive per le lotte del socialismo contro l’imperialismo. Possiamo ricordare la dichiarazione del carattere socialista della rivoluzione cubana, la lotta di liberazione del popolo vietnamita, le lotte antimperialiste e anti-coloniali e le rivoluzioni in altri paesi, la liberazione del continente africano. C’erano anche le conquiste grandiose del socialismo nelle scienze, nell’esplorazione spaziale. C’è stata anche la nuova escalation con il sionismo nel 1967. Tuttavia, ci sono state anche le citate conseguenze del XX Congresso del PCUS e la separazione della Repubblica popolare cinese dal sistema socialista. In questa situazione, l’imperialismo tendeva apparentemente a nuovi modi di confronto del socialismo mondiale, a cui il movimento comunista si adattava male. Soprattutto l’alleanza fra la classe operaia da una parte e gli strati ancora ampi della piccola borghesia e dell’intellighenzia piccolo-borghese dall’altra, non fu rinnovata. Questi strati erano effettivamente consapevoli delle conseguenze dell’imperialismo. Tuttavia, la loro ricerca di una politica indipendente finì spesso sotto l’egemonia capitalista, che investì pesantemente nelle attività culturali. Lo sollevazione della protesta e il movimento antimperialista in altri paesi quindi fallirono miseramente, come parte della classe dominante e delle strategie imperialiste.

6) Da una prospettiva marxista, qual è il tuo approccio alla lotta dei giovani? Qual è il ruolo della gioventù in una rivoluzione socialista?

Noi siamo dell’opinione espressa da Lenin, che c’è la necessità di una organizzazione giovanile in cui i giovani apprendano il lavoro collettivo e organizzato, in cui imparino a lottare e che fornisca alternative allo sfarzo capitalista. L’organizzazione comunista crea nuova moralità che è sussunta negli interessi del proletariato e del socialismo. La passata esperienza di costruzione socialista ha mostrato l’importanza di una posizione innovativo-rivoluzionaria, l’inclusione costante di lavoratori e studenti nelle lotte e nel processo di edificazione. Ogni perdita di iniziativa rivoluzionaria ha avuto conseguenze catastrofiche per il potere della classe operaia, per la causa della costruzione di una società senza sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, del socialismo e comunismo.

Per questo motivo, costruiamo e formiamo la nostra organizzazione Unione della Gioventù Comunista (KSM), che prende l’eredità della gioventù progressista e comunista nel paese. La KSM organizza giovani studenti, lavoratori e disoccupati e contribuisce alle lotte antimperialiste e sociali. Lottiamo anche contro il revisionismo storico e l’anticomunismo nella Repubblica Ceca con il lavoro di informazione e istruzione. La KSM in questo lavoro ha dovuto affrontare molte volte attacchi diffamatori e anticomunisti, inclusi i tentativi di scioglimento dell’organizzazione da parte del potere dominante.