Sentiment analysis: i ministri del governo Draghi

fra ministridi Francesco Galofaro e Marco Pondrelli

Le vicende che hanno portato alla formazione e alla fiducia del governo Draghi hanno imperversato nelle cronache della scorsa settimana. Il nuovo governo ha la fiducia delle camere, ma ha quella del Paese? Secondo la nostra analisi dei tweet (che non sono ovviamente rappresentativi della totalità dell’opinione pubblica) si direbbe proprio di no. Non si tratta del nuovo presidente del consiglio, la cui luna di miele con gli italiani è appena iniziata; si tratta della squadra di governo che si è scelto, e che ha già dato spettacoli di scarsa tenuta prima ancora di presentarsi alle camere. Il grafo in figura 1 mostra molto chiaramente come, al netto di un buon 42,4% di twittatori che sta a vedere quel che i nuovi ministri combineranno, solo il 23% percento dei messaggini è fiducioso o possibilista, e nessuno è davvero entusiasta (ovvero, in termini tecnici, ha una polarità compresa tra 0,7 e 1). I tweet critici, scettici o nettamente ostili prevalgono (34,3%).

Figura 1

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La figura 2 mostra il grado di soggettività dei messaggini: solo quelli neutrali si mantengono su un piano di obiettività di giudizio, mentre i giudizi negativi raggiungono record di polarità soggettiva: la nuova lista scatena reazioni passionali che vanno dall’incredulità alla collera, passando per il sarcasmo e l’invettiva.

Figura 2

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In figura 3, il tag cloud delle parole più utilizzate nei messaggi positivi: tra i nomi, spiccano Mario, ma anche Conte, Speranza e Lamorgese; parole come fiducia, tecnici; sintagmi come “dichiarazioni programmatiche” e “Paese vuole”. 

Figura 3

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La figura 4 sintetizza invece le parole dei messaggi negativi: “imbarazzanti”, “mi vergogno”, “Grillini”, “5 stelle”, “chiedere scusa” a riassumere il travaglio di un elettorato che era partito per suonarle all’Europa, e oggi si rende conto di esser stato suonato. 

Figura 4

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Detto tutto questo, non si deve credere che le prime pagine dei giornali riflettano il reale interesse degli italiani nei confronti della vicenda che ha portato al nuovo governo. Nella lista dei 50 argomenti più gettonati, la politica arriva solo in posizione 23, con Liliana Segre, tallonata da Bertolt Brecht (il cui anniversario ricorreva il 10 febbraio). Al 41° posto troviamo un’intervista a Mario Tronti per il riformista, al 43° il commissario Arcuri per l’inchiesta sulle mascherine, al 46° la sempreverde Maria Elena Boschi.  Italia Viva si è vantata sul proprio sito di essere stata tra i trend topic il 18 febbraio. E’ vero, ed ecco un’antologia di messaggini che la riguardano: “per Italia Viva la pandemia non c’è più apriamo tutto”; “Dichiarazione di Faraone il renzino di Italia Viva : Il nostro Mes è lei, presidente Draghi. Ecco perché noi di Italia viva non lo chiediamo più”; “dopo le dichiarazioni di Rosato e Faraone , sulla posizione politica di Italia Viva, dopo aver rubato i voti degli ignari elettori del PD. Beh questi voti possono pure dimenticarseli, li vadano a trovare in Forza Italia e roba simile se ci riescono”; “Coglioni e dove trovarli – Ah, il complimento è rivolto a noi di Italia Viva…”. Insomma, Renzi si riscopre leninista (parlino male di noi, purché ne parlino).