La visita di Kim Jong Il in Siberia: verso l’integrazione russo-nord coreana?

Traduzione di l’Ernesto online

Il leader della Corea del Nord non si sposta mai all’estero, salvo che in Cina regolarmente e in Russia ogni dieci anni. Il suo viaggio in Siberia (alla fine di agosto, ndt) ha dunque suscitato numerosi interrogativi.

Dopo le aggressioni occidentali contro la Jugoslavia, l’Afghanistan, l’Iraq, la Costa d’Avorio e la Libia, la Corea del Nord ormai sa che l’arma nucleare è la sua sola garanzia di sicurezza. Ottenere che vi rinunci per vie diplomatiche sembra perciò improbabile.

Pertanto gli incidenti con la Corea del Sud (anch’essa sempre più bellicosa) si moltiplicano, come si è visto con l’affare della fregata Cheonan e il bombardamento dell’isola sud coreana di Yeonpyeong.

Come sottolinea Fiodor Lukianov in “Ria Novosti”, la Russia oggi sceglie un nuovo modo per reintegrare la Corea del Nord nel concerto delle nazioni: la costruzione di un gasdotto che colleghi la Siberia con il Sud della penisola di Corea. Ciò cambierebbe la situazione di Pyongyang che si troverebbe nella posizione adottata dall’Ucraina nei confronti della Russia, ed anche dalla Georgia nei confronti dell’Azerbaigian, beneficiando non solo del gas, ma anche dei ricavi dal transito. Il 4 luglio, una delegazione di Gazprom ha incontrato il ministro nordcoreano dell’energia a Pyongyang. La Corea del Nord che conosce il problema cronico dell’approvvigionamento energetico ha avviato anche la cooperazione con la Cina sulle energie rinnovabili, in particolare la geotermia.