La Russia avverte che i membri del BRICS si opporranno a ripetere “il copione libico” in Siria

Traduzione di l’Ernesto online

Il Governo russo ha dichiarato il 4 settembre che i cinque paesi del gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) non permetteranno che in Siria si ripeta lo stesso “copione degli attacchi” perpetrati contro la Libia; dove le forze imperialiste degli Stati Uniti e l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) hanno lasciato più di 50.000 morti negli ultimi sei mesi.

In una conferenza stampa svoltasi a Mosca, il ministro degli esteri russo, Serghey Lavrov, ha affermato che il BRICS non è d’accordo con la violenza usata in Libia e ha rilevato che, se dipendesse da questo gruppo di paesi, “il copione libico non si ripeterebbe in Siria”.

Dopo essersi riunito con l’omologo brasiliano, Antonio Patriota, il diplomatico ha anche detto che la NATO ha ecceduto nell’esecuzione delle sanzioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la Libia, riferendosi alle migliaia di bombardamenti ingiustificati contro obiettivi civili.

In tal senso, ha avvertito che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, di cui Russia e Cina sono membri permanenti, non adotterà un “atteggiamento di indifferenza” rispetto a come verranno compiute le sue risoluzioni sulla Siria.

“Il BRICS si pronuncia contro ogni tipo di violenza, per la sicurezza della popolazione civile, per l’osservanza dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, e, purtroppo, ciò che accade in Libia non ci può soddisfare”, ha affermato.

Rispetto alla Libia, Lavrov ha avvertito che purtroppo “non si vede la fine” della violenza nel paese nordafricano e, a sua volta, ha chiesto di incorporare le forze leali al leader libico, Muammar Gheddafi, nella partecipazione al processo di “riconciliazione” nazionale.

“La popolazione civile muore in gran numero e, purtroppo, non si vede la fine di questo penoso processo”, si è rammaricato.

Lo scorso marzo, le forze imperialiste degli USA e della NATO hanno iniziato gli attacchi contro la Libia, che aggiunti alla destabilizzazione interna provocata da movimenti oppositori armati, hanno provocato più di 50.000 morti nel paese.

Gli attacchi sono stati deplorati da diversi attori della comunità internazionale, che continuano a chiedere una soluzione democratica per la nazione dove i bombardamenti hanno lasciato anche almeno 100.000 feriti.