Continua la lotta in difesa dello Stabilimento Irisbus Iveco Valle Ufita

Continua la lotta in difesa dello Stabilimento Irisbus Iveco Valle Ufita. Sono circa due mesi che gli operai presiedono lo stabilimento e in queste ore la lotta si è spostata a Roma e a Suzzara. Alla vigilia dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico (30 agosto), cinquanta operaie e cittadini hanno deciso di presidiare Montecitorio. I lavoratori e le lavoratrici hanno chiesto ai sindacati nazionali di impegnarsi con il governo, a mantenere il sito di produzione in Valle Ufita e di chiedere all’esecutivo di inserire nell’agenda politica il finanziamento del piano trasporti. A Suzzara, l’altro fronte, lo stesso giorno, otto lavoratori si sono incatenati e hanno bloccato i cancelli per impedire di fare entrare i colleghi che avevano accettato la trasferta. A poche ore dall’incontro (giorno 31), tra il Governo e le parti sociali, il presidio si è spostato in via Veneto, sotto il dicastero dello Sviluppo Economico. A Flumeri, invece, continua il picchettaggio ai cancelli per evitare il ritiro dei pullman e del materiale da parte delle ditte mandata dalla Fiat Iveco. In questi giorni il clima si è fatto sempre più duro, la lotta continua e si fa appello ai giovani, alla popolazione, alle istituzioni, ai tanti che vogliono continuare a dare solidarietà, per evitare la dismissione completa dello stabilimento, l’unico marchio italiano della produzione di autobus urbani. L’assenza del Governo, dovuta anche al suo atteggiamento classista e filo-padronale, privo di una qualsiasi idea sul piano industriale, incapace di risollevare non solo il territorio Irpino, ma la nazione intera, dimostra la situazione drammatica in cui viviamo. Al presidio a Montecitorio, il giorno 31 agosto, si è recato il Sen. Dino Tibaldi, dipartimento nazionale lavoro PdCi, che ha sostenuto la proposta dei lavoratori e ha dichiarato: “Che il governo s’impegni a mantenere il sito di produzione in Valle Ufita e che Fiat non può mettere in vendita l’unico stabilimento italiano per la costruzione di bus urbani ed extraurbani”. Il sentore Tibaldi – ha concluso – “se Fiat non arretra, il governo pensi alla statalizzazione.”

Stamane, dopo l’incontro negativo, terminato intorno alle 20 del 31 agosto, e che ha spaccato il fronte fra Sindacati e fiat, il destino dello stabilimento sembra ormai segnato. Sindacati, partiti e lavoratori non ci stanno e mentre fioccano le dichiarazioni di protesta, a molti sembra chiaro che bisogna schierarsi in modo netto con il fronte dei lavoratori, sostenere questa battaglia dura, ma non impossibile. Finito il tempo delle passerelle è l’ora di continuare la lotta.