L’offensiva degli USA in Africa

L’intervento degli Stati Uniti nel pianeta non è cessato dai tempi della Dottrina Monroe, elaborata nel 1823, fino ai giorni nostri caratterizzati dall’espansionismo a livello mondiale. L’Africa Sub-sahariana rappresenta una delle regioni del mondo con maggiori risorse minerarie e naturali. Gli strateghi del Pentagono lo hanno ben chiaro e l’offensiva della politica estera del presidente Barack Obama rappresenta la continuazione della politica di Bush, con più aggressività e intelligenza. Questa volta è stato il turno del Sudan.

Il Sudan e la nuova divisione dell’Africa

Non è dovuto al caso e neppure alla natura religiosa del conflitto tra cristiani e musulmani che si sia provocata la divisione del Sudan tra il Nord e il Sud. La strategia del Pentagono è chiara da molto tempo con i suoi studi prospettici delle risorse energetiche nell’Africa Sub-sahariana: dividere questo continente per le sue risorse energetiche creando nuovi territori, in questo caso, creando una nuova Repubblica, il Sud Sudan, dove si trovano le maggiori riserve di petrolio del paese, circa il 75% e le migliori risorse naturali.
Da tempo l’afroamericano ed ex segretario di Stato Colin Powell e il generale Scott Gration stanno lavorando attorno a questo progetto globale come già avevano fatto con l’Iraq, Etiopia-Somalia-Gibuti e con i tentativi a Cuba, Bolivia e Colombia. Sono strategie globali che stanno dando frutti e risultati concreti all’imperialismo di fronte alla crisi energetica mondiale, nel momento in cui l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha dovuto mettere a disposizione sessanta milioni di barili di petrolio per risolvere la crisi delle forniture che si è creata con l’invasione della Libia. Essi conoscono le potenzialità petrolifere del Nuovo Sudan del Sud. Obama, nel suo saluto al nuovo governo sudanese il 9 luglio, così si è espresso: “Sono sicuro che i legami di amicizia tra il Sud Sudan e gli Stati Uniti potranno solo approfondirsi nei prossimi anni. Nel momento in cui i Sud Sudanesi avviano il lavoro di costruzione del loro nuovo paese, gli Stati Uniti si impegnano ad assicurarne la sicurezza e lo sviluppo e il nostro governo intende garantire le loro aspirazioni nel rispetto dei diritti umani”.
Il Pentagono e il Dipartimento di Stato USA per il Sud Sudan hanno già definito le modalità del loro coinvolgimento in questo paese attraverso USAID: 1-Creare il clima propizio alla promozione dell’investimento privato nel Sud Sudan; 2-Rafforzare il settore agricolo perché si trasformi in un autentico motore della crescita nel Sudan meridionale; 3-Sviluppare una piattaforma comune della struttura istituzionale della comunità internazionale in questo paese; e 4-Costruire il capitale umano necessario a governare e a prestare servizi.

Buoni e cattivi governi in Africa secondo Hillary

Meno di un mese fa la segretaria di Stato USA Hillary Clinton ha realizzato un viaggio in Africa che l’ha portata in Zambia, dove ha partecipato al giro di affari denominato Legge di Uguaglianza delle Opportunità per l’Africa (AGOA) che ha stabilito ciò che i 37 paesi africani firmatari dell’accordo devono fare in materia commerciale. In seguito si è recata in Tanzania per dire: “Ragazzi, va bene l’instaurazione del capitalismo selvaggio e dimenticatevi dei tempi di Julius Nyerere”. E, infine, è atterrata in Etiopia per intervenire di fronte all’Unione Africana dicendole di lasciar perdere Gheddafi e allo stesso tempo per fare una classifica dei buoni e dei cattivi governanti dell’Africa che avrebbe più o meno queste caratteristiche: i più democratici: Botswana, Ghana e Tanzania. Quelli che stanno tornando alla democrazia: Nigeria, Benin, Malawi, Niger, Guinea, Costa d’Avorio. Quelli sulla via del recupero economico: Ruanda, Zambia, Mali ed Etiopia. I modelli negativi: Somalia, Repubblica Democratica del Congo e Nord Sudan.
Gli altri sono nella lista nera degli Stati Uniti. In quanto ai paesi che non obbediscano alle regole imposte dagli USA non c’è dubbio che gli sia stato riservato un piano prestabilito di intervento tra il dolce e l’amaro.