Il Partito Comunista dei Lavoratori ungherese esce dalla Sinistra Europea

Il Comitato Centrale del Partito Comunista dei Lavoratori ungherese ha deciso, nella sua sessione del 25 aprile, di uscire dal Partito della Sinistra Europea (SE) a partire dal primo maggio 2009, in accordo con lo statuto della SE (Articolo 6.).

Il Partito Comunista dei Lavoratori ungherese è stato uno dei fondatori della Sinistra Europea. Il nostro partito ha avuto alcune fondamentali riserve concernenti la linea generale della Sinistra Europea fin dall’inizio.

Noi non concordiamo con la valutazione storica sui paesi socialisti europei, inclusa l’Ungheria, fatta dalla SE. Siamo convinti che i paesi socialisti abbiano ottenuto importanti risultati durante i decenni del socialismo nella vita economica, politica e sociale. Questo periodo è stato uno dei più fruttuosi periodi della storia nazionale dei paesi ex-socialisti. Certo, non neghiamo che ci siano stati sbagli ed errori, ma non permetteremo mai di caratterizzare quegli anni come puro e semplice “stalinismo” e ci opporremo sempre ad ogni tentativo di gettarli nella spazzatura.

Non concordiamo con la filosofia generale della Sinistra Europea che ha escluso dalla propria organizzazione una quantità di importanti e forti partiti e che ha trasformato la Sinistra Europea in un partito dell’ Unione Europea.

Dissentiamo dalla pratica politica della SE, che si è concentrata quasi esclusivamente sui problemi dei paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea e non ha posto sufficiente attenzione ai problemi reali dei paesi dell’Europa centro-orientale.

Ci opponiamo alla linea della Sinistra Europea volta a coinvolgere nella propria organizzazione partiti che nulla hanno in comune con gli ideali comunisti, e che in alcuni casi sono persino ostili al comunismo.

Respingiamo l’attuale pratica per cui la linea politica della Sinistra Europea viene stabilita principalmente dai partiti che sono rappresentati nel Parlamento Europeo.

Non concordiamo con la nuova linea politica della SE espressa nelle risoluzioni del suo secondo Congresso del Novembre 2007. Il nostro è stato il solo partito che non ha approvato i documenti del Congresso. Siamo convinti che , più che di una “nuova cultura politica europea”, abbiamo bisogno di una lotta conseguente contro il capitalismo, per i diritti delle masse lavoratrici. Non dobbiamo solo criticare il capitalismo, ma soprattutto organizzare la battaglia quotidiana dei lavoratori.

Noi vogliamo liquidare il capitalismo; la Sinistra Europea vuole migliorarlo.

Noi abbiamo come base il Marxismo-Leninismo, la teoria e la pratica della lotta delle classi, i principi dell’internazionalismo proletario. La Sinistra Europea ha come base il riformismo. La Sinistra Europea combatte il capitalismo solo a parole, ma nella pratica contribuisce a rafforzare l’immagine “democratica”dell’Unione Europea, del Parlamento Europeo, e del sistema capitalistico in generale.

Abbiamo provato ad influenzare e cambiare questi processi, ma dobbiamo riconoscere che è impossibile. La linea politica della maggior parte dei partiti membri fondamentali della SE e quella della SE nel suo insieme stanno andando verso una direzione che contraddice gli interessi fondamentali della classe lavoratrice e del movimento comunista internazionale.

Abbiamo preso in considerazione anche la posizione di altri partiti comunisti. Concordiamo sul fatto che la Sinistra Europea giochi un ruolo negativo nel movimento della sinistra internazionale. Con la nostra decisione vogliamo aiutare altri partiti a lasciare la Sinistra Europea. Vogliamo rendere chiaro a tutti quale tipo di partito sia in realtà la SE.

Noi pensiamo che il revisionismo e l’opportunismo siano oggi il maggiore pericolo che minaccia il movimento comunista. Non è un bene se siamo poveri, e non è un bene se non abbiamo finanziamenti. Ma perderemo ogni cosa se smantelleremo la nostra convinzione ideologica, se rinunceremo al marxismo-leninismo.

Continueremo a partecipare agli incontri internazionali dei partiti comunisti e operai, e faremo del nostro meglio per rafforzare il polo comunista nel movimento secondo i principi dell’internazionalismo proletario. Rafforzeremo le nostre relazioni bilaterali con i partiti comunisti. Continueremo la nostra lotta contro il capitalismo, sulla base del marxismo-leninismo.

La nostra decisione si basa anche sulle condizioni reali dell’Ungheria. La situazione in Ungheria sta cambiando. La gente ha già trascorso 20 anni in regime capitalista e ha collezionato una gran quantità di esperienze concrete. Dopo 20 anni la maggior parte di essa ha capito cosa significhino sfruttamento capitalista, disoccupazione e ingiustizia sociale.Apprezzano che vi sia il Partito Comunista dei Lavoratori che è sempre stato dalla loro parte e ha combattuto per i loro interessi. Il governo ungherese sta provando a risolvere la crisi attuale a spese delle masse lavoratrici. Salari e pensioni sono congelati; la spesa pubblica verrà tagliata. Questa politica, invece di migliorare la situazione delle masse lavoratrici, creerà loro nuove difficoltà. La gente sta aspettando da noi, dai comunisti, posizioni chiare, ed una lotta conseguente su tali posizioni. Questo è quello che dobbiamo cercare di fare.

Budapest, 25 aprile 2009
Comitato Centrale del Partito Comunista Ungherese dei Lavoratori
http://www.munkaspart.hu

Traduzione a cura della redazione di www.lernesto.it