L’Assemblea Generale dell’ONU e la lotta antimperialista

Editoriale di Vermelho, portale web del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)
da vermelho.org.br | Traduzione di Marx21.it

onu assembleaE’ iniziata il 16 settembre la 69° sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha come priorità quella di stabilire l’agenda post-2015 dello sviluppo sostenibile, che presenterà nuovi obiettivi e sfide di progresso globale, in sostituzione degli obiettivi del millennio fissati 14 anni fa.

L’eliminazione della povertà estrema, la lotta alle disuguaglianze e asimmetrie Nord-Sud, e la difesa della natura emergono tra le questioni più sentite.

L’Assemblea Generale è per principio il più importante organismo del sistema multilaterale, poiché raggruppa a parità di condizioni i 193 paesi membri. In quanto tale, è suo dovere affrontare le questioni relative alla pace mondiale, all’economia, ai disequilibri ambientali, alla sicurezza alimentare, alla lotta alle epidemie, come quella di ebola, e alla sempre necessaria e ancora urgente riforma dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, e specialmente del suo Consiglio di Sicurezza.

E’ naturale che in questo contesto i focolai di guerra meritino rilevante attenzione nel corso del dibattito, in particolare i conflitti in Siria, in Iraq, in Palestina e in Ucraina, tra gli altri.

Certamente, rivestono pure enorme interesse i temi attinenti alla regione dell’America Latina e dei Caraibi, come l’integrazione, il blocco statunitense contro Cuba, la giusta rivendicazione dell’Argentina di porre fine all’occupazione britannica delle isole Malvine e la decolonizzazione di Porto Rico.

E’ stata confermata la presenza di almeno 120 capi di Stato, tra i quali la presidente Dilma Rousseff, che farà, come da tradizione, il discorso di apertura di dibattiti di alto livello il 24 settembre. Il mondo nutre grandi aspettative sul discorso della presidente brasiliana, in piena campagna per la rielezione.

Sicuramente, ancora una volta, la voce del Brasile si farà sentire in merito alla lotta alla crisi economico-finanziaria mondiale, alla lotta per lo sviluppo con inclusione sociale, agli sforzi per l’attuazione degli accordi della Conferenza delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, a Rio+20, svoltasi a Rio de Janeiro nel luglio 2012. La lotta per la pace e per la giusta soluzione dei conflitti internazionali, per la democratizzazione delle relazioni internazionali e per la riforma del Consiglio di Sicurezza sono temi su cui la statista brasiliana avrà molto da dire.

La 69° Assemblea Generale delle Nazioni Unite è iniziata quando tale organizzazione sta vivendo un momento peculiare della propria storia. Creata per promuovere la coesistenza pacifica tra nazioni sovrane, creare l’equilibrio nel mondo, garantire l’applicazione delle norme del Diritto Internazionale, dirimere i conflitti internazionali e promuovere la pace mondiale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite si trova sotto la pressione delle potenze imperialiste che sempre più impongono con la forza i loro dettami al mondo.

Frequentemente, queste potenze strumentalizzano l’organizzazione internazionale, principalmente il suo Consiglio di Sicurezza, per legittimare interventi militari che si configurano come autentiche aggressioni a popoli e nazioni sovrani. E quando lo fanno, ignorano la stessa Assemblea Generale e il Diritto Internazionale.

Attualmente è in corso una scalata di pressioni, ingerenze e minacce di aggressione che rendono la situazione internazionale critica e instabile.

In Ucraina, a partire da un movimento fomentato dagli Stati Uniti e dai loro alleati europei alla fine dello scorso anno, che è culminato con il rovesciamento del presidente costituzionale per mezzo di un colpo di Stato, ha luogo il grave tentativo degli Stati Uniti e delle potenze europee di imporre la loro influenza politica, economica e la presenza militare in prossimità della Russia, facendo rivivere un clima di tensione e confronto nell’Est Europa. La scalata della violenza è accompagnata dal varo di sanzioni contro la Russia e la realizzazione di manovre di guerra da parte della NATO, braccio armato dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati dell’Europa occidentale.

Quando i dibattiti di alto livello inizieranno a partire dal 24 settembre, il territorio palestinese della Striscia di Gaza sarà ancora un cumulo di macerie, in conseguenza della brutale offensiva militare effettuata dai sionisti israeliani, trascinati da una furia omicida la cui finalità è lo sterminio del popolo palestinese. Le ultime operazioni militari del regime israeliano hanno lasciato, secondo dati della stessa ONU, un saldo di quasi duemila palestinesi morti, di cui quasi l’85% erano civili, compresi più di 400 bambini e 200 donne, circa 10.000 feriti, tra cui tremila bambini e tremila donne. I crimini di guerra di Israele sono un affronto per l’umanità, violano i diritti umani, fanno tabula rasa del diritto internazionale.

Fino ad ora, il regime israeliano è riuscito a immobilizzare il sistema delle Nazioni Unite. Il Consiglio di Sicurezza non ha approvato una risoluzione neanche per evitare il massacro e l’Assemblea Generale non è stata chiamata a svolgere alcun ruolo per fermare la mano assassina dei genocidi. L’attuale sessione recentemente inaugurata è l’occasione perché la coscienza democratica degli amanti della pace si imponga, punendo il feroce Stato che pratica quotidianamente crimini di lesa umanità.

L’Assemblea Generale è anche lo scenario propizio per affrontare la questione della lotta al terrorismo, il cui focolaio principale è il cosiddetto Stato Islamico in azione in Iraq e Siria, ad opera degli Stati Uniti e dei loro alleati, che pretendono ora di presentarsi come i paladini della pace e della giustizia. Si deve assolutamente escludere l’ipotesi del sostegno a un intervento militare in Siria e la continuazione della presenza militare nordamericana in Iraq, qualunque sia il pretesto.

Tutto ciò significa che continua ad essere all’ordine del giorno la lotta dei popoli per un nuovo ordinamento internazionale, la riforma non solo del Consiglio di Sicurezza ma di tutto il sistema delle Nazioni Unite.

La lotta per la pace, per la sovranità nazionale e per i diritti dei popoli è attuale, urgente e rilevante. E’ parte inseparabile della lotta antimperialista, compito strategico delle forze rivoluzionarie e progressiste.