Senza lo spread, la narrazione è stracca

spread candeledi Guido Salerno Aletta, Editorialista dell’Agenzia Teleborsa

da teleborsa.it

Gli attacchi mediatici rafforzano la popolarità di Salvini

Lo spread cala, e nessuno ne parla.

Per attaccare il governo, e Matteo Salvini in particolare, non restano che le campagne mediatiche e la strumentalizzazione delle vicende giudiziarie. 

Ma gli Italiani sono stanchi di questo circo, sanno che è solo “fuffa”: invece di indebolirlo, la sua popolarità ed i consensi verso la Lega tendono a crescere. 

Lui si fa accerchiare volentieri, resiste, strattona e va avanti: anche per la opposizione, che non fa altro che chiederne le dimissioni, è una situazione frustrante. 

La democrazia per via giudiziaria è sempre più indigesta.

A metà febbraio di quest’anno, per tacere delle polemiche precedenti sulla questione dei migranti che aveva già portato ad un acuirsi della tensione con la Francia, si verifica il caso della Nave Diciotti: parte contro Salvini l’accusa di sequestro di persona ed abuso d’ufficio, che viene portata all’esame del Tribunale dei Ministri ed in Parlamento: l’addebito si riferiva al fatto che non aveva concesso per diversi giorni il permesso di sbarco nel porto di Pozzallo ai naufraghi tratti a bordo dell’imbarcazione. Polemiche a non finire, ma poiSalvini è stato scagionato, sia in via giudiziaria che in sede politica.

Esattamente due mesi dopo, a metà aprile, scoppia il caso Siri: trapela la notizia che Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti della Lega e consigliere economico di Matteo Salvini, è indagato per corruzione. E’ accusato di aver accettato denaro per inserire una norma sulle energie rinnovabili nella manovra. Si tratta di una presunta tangente da 30mila euro, “data o promessa” a Siri in cambio di un “aggiustamento” al Def 2018 sugli incentivi al mini-eolico. L’indagato respinge ogni accusa: “Non ho fatto niente di male, non mi dimetto dal governo”. Mentre Matteo Salvini lo difende a spada tratta, il Vice Premier Luigi Di Maio ne invoca il passo indietro ed il Ministro per le infrastrutture Danilo Toninelli a sorpresa gli ritira le deleghe. Nello scontro s’inserisce il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che vuole un “chiarimento” e prende tempo. Il 2 maggio il premier in una conferenza stampa annuncia che proporrà in Cdm la “revoca della nomina” per Siri. La decisione viene assunta l’8 maggio: da quel giorno, Siri non è più sottosegretario. Anche in questo caso, tre settimane di baraonda mediatica e politica. 

Passata la stagione primaverile delle elezioni, le regionali e le europee tutte stravinte dalla Lega, si ricomincia da capo.

La campagna estiva parte il 12 giugno, quando la nave Sea Watch imbarca dei naufraghi nei pressi delle coste libiche, dirigendosi a tutta forza verso Lampedusa. Al comando c’è una giovane tedesca, Carola Rackete, che rimane al largo dell’isola, essendone stato vietato l’ingresso nella acque territoriali italiane. Poi la Sea Watch viola gli ordini impartiti dalla Guardia costiera e fa ingresso nel porto di Lampedusa nonostante il diniego. La Capitana entra di forza, con una manovra d’attracco rischiosa. Dopo lo sbarco, viene arrestata e va ai domiciliari. Poi viene liberata: il Gip, diversamente dal PM, ha ritenuto che avesse agito legittimamente, per evitare pericoli per la vita e la salute degli imbarcati. 

La vicenda ha una eco internazionale impressionante: il Presidente della Repubblica federale tedesca interviene subito, affermando di attendersi lo scagionamento della Rackete da ogni accusa come unico esito possibile dell’indagine. In Francia, il Sindaco di Parigi Anne Hidalgo annuncia che Carola Rackete e Pia Klemp, le due capitane della Sea Watch, sono state insignite della medaglia Grand Vermeil, la massima onorificenza del Comune, “per aver salvato migranti in mare”. Non solo: viene decisa anche l’attribuzione di 100.000 euro a SOS Mediterranée per una nuova missione di salvataggio in mare dei migranti. Come se non bastasse, il gruppo della Sinistra Unitaria Europea (Gue) propone di invitare all’Europarlamento la comandante, per una audizione da parte della commissione per le libertà civili (Libe).

La stampa italiana ha fatto della Carola Rachete una sorta di eroina: è un fulgido esempio di coraggio civile, perché si è dimostrata capace di ribellarsi ad un ordine ingiusto. Parte pure una raccolta fondi per sostenere le spese legali. 

Inutile dire che ci sono stati numerosi interventi ecclesiastici. Papa Francesco ha fatto del tema dell’accoglienza dei migranti una sorta di punto di riferimento pastorale: “davanti a Dio, nessuno è straniero”. Batte e ribatte, in ogni occasione. Mai, però, come in questo periodo, sembra che i cattolici seguano più le posizioni di Salvini che quelle delle gerarchie religiose: è uno smacco intollerabile, soprattutto dopo che il Leader della Lega ha pure ostentato il Rosario durante una manifestazione politica a Milano. 

E’ di questi giorni una nuova campagna mediatica, su presunti finanziamenti russi alla Lega, derivanti da una attività di intermediazione commerciale. Tutto è cominciato da una fotografia, dalla presenza di Gianluca Savoini alla cena offerta dal Presidente del Consiglio Conte in onore del Presidente russo Vladimir Putin, in visita ufficiale a Roma.

Chi è costui? Perché era stato invitato? Salvini dice di conoscerlo da 25 anni. Apriti cielo! Da allora, ogni giorno c’è uno scoop. L’Espresso ed il sito americano Buzzfeed danno la carica: c’è la registrazione audio di un incontro svoltosi nell’albergo Metropole di Mosca il 18 ottobre 2018; i Servizi segreti italiani che tenevano gli occhi aperti e riferiscono al Copasir, ma nulla trapela essendoci una indagine giudiziaria in corso; la Procura di Milano si attiva, preannunciando una serie lunga e complessa di verifiche; l’opposizione dà battaglia, chiede un chiarimento in sede parlamentare, ritenendo insufficiente una risposta di Salvini nell’ambito del question time; il Presidente del Consiglio Conte si dichiara invece disponibile a riferire. 

E’ come il Russiagate per Donald Trump: non importa tanto che ci sia qualcosa di penalmente rilevante, quanto di politicamente inopportuno. La sarabanda continuerà per mesi, se non per anni, riaffiorando a seconda delle convenienze. La Lega è scomoda, e va stoppata.

Lo spread non è più una clava utilizzabile contro il governo, almeno in questo momento: le banche centrali stanno allargando nuovamente i cordoni della borsa. 

Non restano che le campagne mediatiche e la strumentalizzazione delle vicende giudiziarie. Ma le conseguenze non sono affatto quelle sperate: Salvini e la Lega crescono nei sondaggi. 

Per l’opposizione, è una vera disdetta. 

Gli attacchi mediatici rafforzano la popolarità di Salvini.

Senza lo spread, la narrazione è stracca ed inconcludente.