Sigonella, 27 giugno – Contro le guerre imperialiste, un nuovo movimento per la pace

di Patrizia Maltese | da www.zenzeroquotidiano.it

sigonella 270612 7“L’Italia è in guerra da tempo” e non soltanto perché i nostri militari vengono mandati a morire in finte missioni di pace (cinquantunesima vittima il carabiniere Manuele Braj, morto nei giorni scorsi in Afghanistan), ma per “un processo di militarizzazione forsennata da Vicenza fino alle isole” dimostrato dalla presenza delle basi Nato disseminate su tutto il territorio nazionale funzionali a una “guerra tipicamente imperialista”, voluta dagli Stati uniti per il petrolio e il controllo degli oleodotti e per il controllo di Russia e Cina: una guerra per la quale gli italiani pagano “un tributo altissimo di sangue e anche in termini economici” a causa della totale subordinazione del nostro Paese al potere statunitense. L’allarme, insieme a un appello per ricostruire a partire dalla Sicilia un grande movimento per la smilitarizzazione, è stato lanciato questa mattina a Catania da Fosco Giannini, responsabile Lavoro di massa del Pdci, che è stato capogruppo nella Commissione Difesa del Senato, durante una conferenza stampa nell’aeroporto di Fontanarossa, alla quale ha partecipato insieme al giornalista pacifista Antonio Mazzeo, e ad Alfonso Di Stefano, della “Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella” e indetta per ricordare il trentaduesimo anniversario della strage di Ustica oltre che per denunciare la presenza sempre più massiccia a Sigonella dei droni, i pericolosissimi aerei senza pilota che si comandano solo da terra e che sarebbe difficilissimo fermare se si trovassero in rotta di collisione con voli civili.

Non a caso i due argomenti sono stati legati: perché entrambi parlano di strategie di guerra anche a costo di interferire sui voli civili, senza che i siciliani ne sappiano niente e che nessuna autorità locale si preoccupi di chiedere garanzie per l’incolumità dei cittadini.

E non sono solo suggestioni. Mazzeo ha messo in fila alcuni indizi: nell’aeroporto di Fontanarossa sarebbero sospese da qualche mese “le attività di strumentazione standard” per via delle esercitazioni degli aerei senza pilota; altri Global Hawk di grandi dimensioni che servono a monitorare aree vastissime e a dirigere operazioni di guerra si sono aggiunti a Sigonella a quelli già presenti durante la guerra in Libia; ai piloti civili sarebbero state date direttive di fare maggiore attenzione nelle fasi di decollo e atterraggio per il rischio di collisioni con gli aerei militari. Ed è scandaloso che governo e parlamento subiscano passivamente, che Enac e Enav tacciano sui rischi per il traffico aereo siciliano, e che le amministrazioni locali non si preoccupino minimamente di salvaguardare l’incolumità dei loro cittadini (oltre che dei turisti e di quanti transitano per l’aeroporto catanese).

Una situazione assurda della quale Alfonso Di Stefano, da sempre impegnato contro la guerra, dice che non avrebbe potuto immaginare potesse deteriorarsi fino a questo punto. Perché adesso a mettere in pericolo le vite di chiunque abbia la sventura di passare da qui e a fare della Sicilia sempre di più una base di guerra ci si mette anche la probabile entrata in funzione (anche questa con la complicità di Ministeri e istituzioni che l’hanno autorizzata), a Niscemi, del Muos – il “Muostro”, come è stato definito -, e cioè il Centro di comunicazione satellitare Usa le cui onde elettromagnetiche possono estendersi fino a 140 chilometri di distanza e potrebbero disturbare sia i voli civili che quelli dei droni: “A rischio – ammonisce Di Stefano – di una nuova Ustica”.

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