Il Partito Comunista di Boemia-Moravia: “l’antisovietismo si è trasformato in un’aggressiva russofobia”

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Traduzione dal russo di Mauro Gemma

I comunisti della Repubblica Ceca al 16° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

Il nostro Incontro ha luogo in un momento in cui il mondo si trova vicino a una guerra globale. Il prossimo anno commemoreremo i 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e va detto che da quel momento il mondo non è mai stato così vicino a un grande conflitto militare (…) Il nostro movimento deve sapere come reagire di fronte a questa emergenza, deve essere in grado di riconoscere l’aggressore e chi invece si sta proteggendo dall’aggressione. A questo proposito, il nostro partito desidera richiamare l’attenzione sul fatto che, in un solo anno, nella pratica dei politici dell’Unione Europea e anche nella terminologia dei mezzi di informazione di massa e dei politologi dell’UE, gradualmente è andato scomparendo l’arcaico antisovietismo che si è trasformato in un’aggressiva russofobia”.


Cari compagni,

Permettetemi di iniziare il mio intervento ringraziando il Partito Comunista dell’Ecuador e gli altri organizzatori per avere allestito questo 16 IIPCO in una città con così lunghe tradizioni di lotta dei lavoratori, in un paese che è riuscito a liberarsi da una base militare USA presente sul suo territorio, un paese che è parte integrante degli stati orientati a sinistra e membro di ALBA. In un paese in cui l’educazione e la cura per la salute del popolo hanno un ruolo chiave.

Compagni,

Il nostro Incontro ha luogo in un momento in cui il mondo si trova vicino a una guerra globale. Il prossimo anno commemoreremo i 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e va detto che da quel momento il mondo non è mai stato così vicino a un grande conflitto militare. Sono passate solo poche settimane da quando si sono deposte corone floreali in memoria degli scomparsi nella Prima Guerra Mondiale. L’Occidente, gli Stati Uniti e i suoi sostenitori, hanno avuto parole di retorica per l’immensa perdita di esseri umani nello stesso momento in cui facevano dell’Ucraina e del Medio Oriente l’epicentro di una guerra. Quale cinismo e mancanza di rispetto per l’umanità!

Se, parlando del crescente pericolo di guerra durante il 15° IIPCO, avevamo messo in guardia sull’onda crescente del fascismo nella nostra società, oggi dobbiamo confrontarci concretamente con guerra e fascismo. Anche noi, i partiti comunisti e operai non siamo stati capaci di affrontare insieme questo pericolo. Dopo tutta la nostra tragica esperienza con il fascismo non siamo stati in grado di mettere in guardia soprattutto i giovani su quali sono le radici del fascismo e della guerra. L’esempio della tragedia dell’Ucraina di oggi o l’esempio dei risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo ci fanno vedere i livelli del disastro provocati dal capitalismo-imperialismo. Le sue caratteristiche più evidenti sono il nazionalismo, la xenofobia e il fascismo. La nuova divisione del mondo, la lotta per le risorse, l’acqua, il cibo e il suolo, la conquista delle terre e dello spazio celeste, la creazione di un mondo solo a misura di pochi e del profitto. Questi sono i principali connotati degli interessi della società capitalista di oggi, delle sue corporazioni multinazionali e delle lobby militari.

Incontrarci qui, a Guayaquil, al nostro vertice senza essere in grado di redigere una valutazione sugli sviluppi in Ucraina, verrebbe considerato da noi come l’apparente incapacità del nostro movimento di reagire agli sviluppi politici internazionali. Il nostro movimento deve agire con la massima determinazione e contrastare la crescita del fascismo in Ucraina. Dobbiamo avere il coraggio di richiamare l’attenzione sul fatto che i cittadini dell’Unione Europea sono costantemente ingannati riguardo al presunto carattere democratico delle attuali autorità ucraine e che a loro sono nascosti i fatti che riguardano l’indirizzo fascista della maggior parte dei partiti politici che sono stati eletti al Parlamento Ucraino (Rada Suprema) il 26 ottobre.

Se noi, un anno fa, parlavamo della crescita dell’anticomunismo in Ucraina, oggi ormai dobbiamo parlare di fascistizzazione della società ucraina. Se, un anno fa, non parlavamo della dislocazione di truppe della NATO sul territorio dell’Ucraina e direttamente ai confini della Russia, oggi questa è la situazione reale, che minaccia enormi conseguenze. Alcuni politologi borghesi cercano di parlare di nuova guerra fredda, ma al tempo delle armi nucleari più moderne, tra due potenze capitaliste non si può parlare di guerra fredda, ma della massima disponibilità alla guerra calda.

Il nostro movimento deve sapere come reagire di fronte a questa emergenza, deve essere in grado di riconoscere l’aggressore e chi invece si sta proteggendo dall’aggressione. A questo proposito, il nostro partito desidera richiamare l’attenzione sul fatto che, in un solo anno, nella pratica dei politici dell’Unione Europea e anche nella terminologia dei mezzi di informazione di massa e dei politologi dell’UE, gradualmente è andato scomparendo l’arcaico antisovietismo che si è trasformato in un’aggressiva russofobia.

Il nostro movimento deve fare tutto i passi necessari per ridurre le tensioni tra l’UE e la NATO da un lato e la Federazione Russa dall’altra parte. Deve contribuire all’eliminazione delle sanzioni anti-russe, che colpiscono più i cittadini e i produttori degli stati membri dell’UE che l’economia russa, che utilizza le sanzioni per interrompere i legami economici non indispensabili e rafforzare la propria indipendenza economica e autosufficienza prima di tutto nel settore alimentare.

Sarebbe sbagliato pensare che la furia militare abbia colpito solo l’Europa e il Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno lanciato un programma per la creazione del più grande caos, allo scopo di modificare i confini esistenti nel mondo.

Le nuove tecnologie, che dovrebbero servire l’umanità, nelle mani di costoro si trasformano in un’arma estremamente pericolosa per influenzare il pensiero e il comportamento delle persone. Esse influenzano il processo dei conflitti tra popoli e stati, utilizzando il declino socio-economico e il fanatismo religioso.

Giocano un loro ruolo anche molti strumenti di informazione di massa, che diffondono propaganda di guerra. La guerra in presa diretta, con messaggi per condizionare le coscienze, è diventata a partire dagli anni novanta componente della vita di tutti i giorni. La propaganda ha creato l’immagine dei cosiddetti “eroi-combattenti per la libertà” in contrasto con l’immagine del “nemico di sempre”, che naturalmente deve essere la Russia.

Il nuovo 21° secolo si sta però evolvendo con un attacco frontale ai principi della convivenza umana. Il rispetto dei trattati e delle convenzioni internazionali e persino il rispetto del diritto internazionale sono andati completamente persi. Le Nazioni Unite si sono trasformate in una marionetta nelle mani del grande capitale americano, e interi gruppi di stati non sono in grado di resistere alla pressione esercitata dagli USA. Solo il diritto di veto della Federazione Russa e la posizione della Cina nel Consiglio di Sicurezza rappresentano la garanzia che le Nazioni Unite non vengano utilizzate esclusivamente nell’interesse americano. In linea di principio si può affermare che il dominio unipolare USA sulla politica internazionale e sul diritto internazionale svaluta completamente il diritto internazionale democratico al punto tale che determinate personalità, come ad esempio il presidente Putin, hanno parlato della fine del diritto internazionale democratico che era stato concordato dai vincitori della Germania hitleriana 70 anni fa. Per questa ragione credo che il nostro movimento debba difendere i principi del diritto internazionale che erano stati elaborati con la fattiva partecipazione dell’Unione Sovietica e dei paesi socialisti, e che rappresentano un grande valore della nostra civiltà. E’ evidente che oggi molti poli della politica mondiale hanno dato vita nuovi raggruppamenti politico-economici, come i paesi BRICS – e a questo proposito, vorrei congratularmi con i nostri compagni brasiliani per la rielezione come presidente della signora Dilma Rousseff, che rappresenta la garanzia che il Brasile continuerà a essere parte integrante dell’alleanza BRICS – e inoltre l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, e qui, in America Latina, ALBA, UNASUR, MERCOSUR e altri. Noi possiamo avanzare a queste organizzazioni osservazioni e riserve, ma sono proprio esse che aiutano a rafforzare l’indipendenza economica e garantiscono la realizzazione di un certo equilibrio delle forze nel mondo, in grado di farla finita con il neoliberismo e spezzare il monopolio americano su tutto e tutti.

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