I comunisti portoghesi sulle elezioni in Grecia

pame1bisAvante”, settimanale del Partito Comunista Portoghese (PCP), 22 gennaio 2015

Traduzione di Marx21.it

Elezioni in Grecia
Libertà di scelta condizionata
http://www.avante.pt/pt/2147/europa/133969/

Le elezioni legislative di domenica 25 gennaio, in Grecia sono caratterizzate da enormi e inaccettabili pressioni e ricatti dell’Unione Europea sul popolo greco, nel tentativo di condizionare le sue scelte.

Le elezioni in Grecia si svolgono nel contesto di una profonda crisi economica e sociale nel paese, dopo sei anni consecutivi di recessione, in conseguenza della politica realizzata dai governi del PASOK e di Nuova Democrazia e dei “memorandum” che essi hanno firmato con la troika, l’Unione Europea e il FMI.

Politiche e imposizioni dell’UE che hanno portato all’impoverimento generalizzato della popolazione, a un livello di disoccupazione che è arrivato circa al 28% (ottobre 2014), a un debito che raggiunge il 175 per cento del PIL (e che era di circa il 125 per cento all’inizio dell’intervento della troika) e a una perdita di più del 25 per cento del PIL tra il 2009 e il 2014.

Una politica che ha messo in causa le condizioni minime di sopravvivenza di gran parte della popolazione greca e i suoi diritti essenziali, come l’alimentazione, la salute, l’abitazione, l’energia, i trasporti pubblici, imponendo una drammatica regressione sociale al servizio degli interessi del capitale finanziario greco e straniero.

Le elezioni in Grecia si svolgono anche in un contesto nel quale la situazione nell’Unione Europea è caratterizzata da una crescita anemica della Zona Euro e, pure, dalla prospettiva della recessione, compresa la Francia e l’Italia. Una situazione che l’abbassamento del prezzo del petrolio non altera e in cui il crescente scontro di USA/NATO/UE con la Federazione Russa ha conseguenze nell’UE, anche in Grecia. In tale quadro la BCE annuncia l’adozione di “misure straordinarie” come l’iniezione di quantità significative di denaro, in particolare per l’acquisto di di grandi quantità di titoli bancari (“quantitative easing”), per cercare di combattere lo scenario della deflazione.

Inaccettabili ingerenze

Le elezioni in Grecia sono caratterizzate da enormi e inaccettabili pressioni e ricatti dell’Unione Europea e, in particolare, della Germania, sul popolo greco, nel tentativo di condizionare le sue scelte e impedire l’espressione elettorale della enorme aspirazione e volontà di cambiamento della politica, in una situazione in cui si registra il discredito delle forze che governano la Grecia da decenni e che hanno applicato le misure della troika e le richieste dell’Unione Europea. Pressioni e ingerenze che confermano l’UE come strumento del direttorio delle grandi potenze e del grande capitale per promuovere l’oppressione nazionale.

La situazione in Grecia mette in evidenza i reali obiettivi e le drammatiche conseguenze delle politiche dell’Unione Europea, dimostrando che si impone la necessità di una profonda inversione, di una rottura con la strada fino ad ora percorsa. Il popolo greco deve decidere il suo presente e il suo futuro, libero da qualsiasi ingerenza e ricatto.

Il PCP invia un messaggio al PCG (KKE)

A proposito delle elezioni legislative greche, la Segreteria del Comitato Centrale del PCP ha inviato al Partito Comunista di Grecia (PCG) un messaggio in cui, come espressione delle tradizionali relazioni di amicizia e di solidarietà internazionalista tra i due partiti, trasmette al PCG, e a tutti i suoi militanti e amici, i migliori auguri di successo nella prossima battaglia elettorale.

Nel messaggio è espressa la “convinzione che il rafforzamento del PCG, soprattutto sul piano elettorale, è nell’interesse dei lavoratori e del popolo greco e del successo della sua coraggiosa lotta,in cui i comunisti greci hanno avuto un ruolo determinante, contro le politiche che, al servizio del grande capitale e dell’imperialismo, hanno imposto una terribile regressione sociale e grandi sofferenze”.

Il PCP esprime anche la sua “ferma condanna delle pressioni e ingerenze esterne, a cominciare da quelle dell’Unione Europea, che si propongono di condizionare l’espressione elettorale del profondo malcontento e della volontà di cambiamento del popolo greco. Ingerenze che mirano ad assicurare la continuazione dell’essenza delle politiche del governo di coalizione destra/socialdemocrazia, a far subire la crisi in cui si dibatte l’Unione Europea dei monopoli e delle grandi potenze, e a proseguire e anche a rafforzare il corso neoliberale, federalista e militarista del processo di integrazione imperialista europeo”.

Infine, il PCP, indipendentemente dalle differenze di situazione e di opinione tra i due partiti, riafferma in questa occasione la solidarietà dei comunisti portoghesi.

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L’Europa e la Grecia
di Ângelo Alves, della Commissione Politica del PCP
http://www.avante.pt/pt/2147/opiniao/133886/

(…) E’ l’Europa, decadente, in crisi e in cui la paura e il ricatto sono armi di dominio, che sta per essere giudicata nelle elezioni della prossima domenica in Grecia. Un paese distrutto economicamente, asfissiato da un debito imposto, venduto al dettaglio e a prezzi stracciati al grande capitale straniero, completamente sottomesso alle imposizioni dei suoi “creditori” e signori e con il popolo a subire ferite sociali, nella dignità e nella sovranità – è questo Paese che va al voto domenica. Un popolo massacrato e ferito, ma anche un popolo che da quasi un decennio è protagonista di lotte sociali e di massa di grande portata alle quali il movimento sindacale di classe e i comunisti greci hanno dato e danno contributi decisivi.

Il desiderio popolare di cambiamento e di rifiuto delle politiche del PASOK, di Nuova Democrazia, della troika e dell’Unione Europea è più che evidente. Questa è già una vittoria per la Grecia, inseparabile dalla lotta popolare. E’ una sconfitta per l’Unione Europea del capitale e della paura. Il popolo greco sta dimostrando coraggio, vuole cambiare e dà credito a un cambiamento reale sostanziale. Questa è la ragione del perché, nervosi, i “padroni di tutto questo” si sono lanciati in un’immonda campagna di ricatti e pressioni contro la libertà di espressione e di decisione del popolo greco. Perché la libertà del popolo pone, come sempre, in causa la libertà di comandare, di sfruttare e di opprimere. Compete alle forze politiche greche interpretare e rispettare questo profondo sentimento nato dalla lotta, che è proprietà esclusiva del popolo. Perché, come in Portogallo, sarà con il popolo e la sua lotta che si potrà operare quelle rotture necessarie alla Grecia per respirare la libertà. Il tempo in Grecia e in Europa non è quello delle mezze verità e ancora meno di nuovi intingoli per le medesime ricette. E’ il tempo della costruzione di un futuro nuovo che esige rotture, coraggio, verticalità e chiarezza. E che non tollererà inganni e disillusioni.

Grecia
Un commento di João Ferreira, europarlamentare del PCP
http://www.avante.pt/pt/2147/europa/133963/

Domenica ci saranno le elezioni in Grecia. La situazione politica è segnata dal profondo discredito, e conseguente erosione elettorale, dei partiti che hanno affondato il paese. La sottomissione ai dettami dell’Unione Europea ha provocato una recessione che in pochi anni ha distrutto più di un quarto della ricchezza prodotta, generando una situazione di devastazione dal punto di vista sociale.

Syriza – il partito che ha origine da Synaspismos, scissione del Partito Comunista di Grecia, e che negli anni più recenti ha assorbito parte delle spoglie del partito socialista (PASOK), in accelerata disgregazione – si presenta, secondo i sondaggi, come possibile vincitore delle elezioni.

Ricusando l’austerità, Syriza non punta a rotture con le regole del ruolo istituzionale dell’UE, compresa quella dell’Unione Economica Monetaria, dell’euro. La strada, ritiene, passa per la negoziazione di alcune delle regole in seno all’UE. Dalla revisione e l’allargamento del mandato della Banca Centrale alla rinegoziazione delle condizioni di pagamento del debito greco, passando per l’emissione di titoli del debito europei (i cosiddetti eurobonds), tra le altre proposte.

Non si discute qui né il significato né la sostanza di tali proposte. Tanto meno se dimostrino (o no) la comprensione della natura, dei fondamenti e degli obiettivi della costruzione imperialista europea. Si sottolinea solo che, trattandosi di proposte di negoziazione nella e con l’UE, si dovrà ammettere che esiste la possibilità che, in tutto o in parte, esse non si realizzino. Una premessa, la cui validità si rafforza se si tiene conto della posizione assunta dalle principali potenze europee, Germania in testa. Se è così, sfumate le buone intenzioni di cambiamento delle regole dell’UE, che fare allora? Come rompere con l’austerità senza rompere con la rete di forze e meccanismi che la impongono?

Il compito del futuro governo greco, se legato agli interessi, ai bisogni e alle aspirazioni del popolo greco, se deciso ad affermare in modo sovrano gli interessi del paese, sarà immenso. Immensi saranno gli ostacoli sul suo cammino. Oltrepassarli esige il coraggio e la determinazione di affrontare scontri e rotture.

Nessun ostacolo sarà insormontabile se affrontato da un popolo deciso a prendere nelle sue mani il proprio destino. Una cosa è certa, indipendentemente dal risultato delle elezioni di domenica: il futuro della Grecia è nelle mani del suo popolo e della sua lotta (…)