Report del 10° Incontro Europeo delle Gioventù Comuniste

di Massimiliano Lorenzo | da www.fgci.info

incontrogioventucomunista2014Il 15 e 16 febbraio 2014 si è svolto a Madrid (Spagna) il 10° incontro delle gioventù comuniste europee (MECYO – Meeting of European Communist Youth Organizations), a cui ha partecipato la FGCI, unica organizzazione italiana presente. L’incontro è stato ospitato dalla CJC, organizzazione giovanile del Partito Comunista dei Popoli di Spagna.

A questo importante incontro erano presenti moltissime organizzazioni: la UJCE, organizzazione giovanile legata al Partito Comunista Spagnolo, la JCP (Gioventù Comunista Portoghese), la Gioventù dei Lavoratori Socialisti della Germania (SDAJ), il COMAC, organizzazione giovanile del PTB del Belgio, l’organizzazione della Gioventù Democratica Unita di Cipro (EDON), l’organizzazione giovanile comunista austriaca (KJO), il LEF FRONT ungherese, il TKP turco, la Gioventù Comunista Francese (MJCF), la Gioventù Comunista di Grecia (KNE), la Gioventù Comunista della Repubblica Checa (KSM) e altre organizzazioni provenienti da altri stati dell’Europa.

La delegazione della FGCI era composta da Franco Tomassoni, Luca Servodio, Carlo lallo e Massimiliano Lorenzo.

La presenza della FGCI al 10° MECYO a Madrid è stata di grande importanza, un’occasione di crescita tanto per i delegati quanto per la nostra organizzazione. La FGCI ha portato il proprio contributo al dibattito che si è sviluppato nelle due assemblee plenarie. Nella prima sessione, dal titolo THE CAPITALIST CRISIS, THE STRUGGLES OF THE YOUTH AND THE ROLE OF THE COMMUNIST YOUTH ORGANIZATIOS si è posta l’attenzione sull’analisi della natura della crisi capitalista, su quale ruolo ricopre oggi l’UE, sulle difficili condizioni che le giovani generazioni oggi vivono nel nostro continente e sul ruolo delle organizzazioni giovanili comuniste nelle lotte; la seconda sessione, dal titolo THE REVOLUTIONARY PRESS ha rappresentato un importante momento di riflessione su un tema specifico, ovvero sul ruolo che oggi ricoprono gli strumenti di comunicazione nella conduzione della lotta per la trasformazione sociale.

La FGCI è intervenuta condividendo con i delegati delle altre organizzazioni l’analisi su quanto accade oggi in Italia, in Europa e nelle varie parti del mondo, partendo dall’analisi dei profondi cambiamenti avvenuti a livello mondiale dopo la caduta del muro di berlino. Questi cambiamenti hanno determinato un arretramento per il movimento comunista mondiale e allo stesso tempo un arretramento delle conquiste sociali ottenute in Europa a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. La crisi economica attuale è stata analizzata come crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione, utilizzata come strumento da parte degli interessi capitalisti e imperialisti per ridefinire i rapporti tra le classi e cancellare i diritti acquisiti con la lotta a partire dagli anni 50’. Nell’intervento della FGCI ha trovato spazio anche l’analisi sull’attuale contesto mondiale, con l’aggravarsi della politica imperialista di USA, UE e NATO. Una prova dell’aggravarsi di queste politiche sono gli interventi in Mali e nell’Africa centrale, le ingerenze in Siria e l’intervento militare in Libia. L’attuale situazione in cui si trova l’Ucraina è stata condannata come atto di ingerenza delle forze imperialiste in alleanza con le organizzazioni fasciste e naziste. Last but not least, la situazione in cui si trovano i giovani italiani, senza lavoro, costretti ad emigrare e con un sistema educativo ed universitario che cade letteralmente a pezzi. In questo senso sono stati identificati i tre livelli prioritari di lavoro della nostra organizzazione: lotta all’imperialismo, per la pace e la sovranità, lotta per il miglioramento delle condizioni dei giovani lavoratori, lotta per un’istruzione, un’università e una ricerca pubblica. Nell’applicazione della costituzione è possibile la realizzazione degli obiettivi che nascono da questi tre campi di intervento politico e sociale. L’intervento della FGCI si è poi soffermato sulla situazione del movimento comunista in Italia, oggi diviso e fortemente indebolito. Come obiettivo prioritario si è dunque sottolineato che la nostra organizzazione è impegnata a rafforzare le proprie fila, avviare un processo di ricostruzione e di formazione dei quadri, partendo dall’assunto secondo cui “Non c’è movimento rivoluzionario senza una teoria rivoluzionaria”. La conclusione ha riguardato la necessità dell’unità del movimento comunista europeo, unità che deve essere mantenuta a prescindere dalle differenti analisi, dato che tutte le organizzazioni comuniste si riconoscono nell’esperienza storica del movimento operaio, nella rivoluzione d’ottobre e proiettano il loro lavoro politico verso l’obiettivo della trasformazione sociale.

Nel corso della seconda giornata, dedicata al tema della stampa rivoluzionaria e a come le organizzazioni comuniste europee fanno attività di propagando, è stata raccontata la nostra esperienza a partire dalla nostra analisi sui temi della comunicazione. Pur non avendo in Italia un periodico nazionale della FGCI, e non avendo un giornale informativo nazionale del PDCI è stata descritta l’esperienza di Marx XXI nella forma di rivista e sito web. Uno strumento di analisi teorica molto efficace per la formazione dei quadri e per la costruzione di un forte pensiero alternativo al main stream. È stata inoltre sottolineata l’esperienza del bollettino on-line del nostro partito “Comunista” nato da poco, strumento utile per il rafforzamento della militanza. Inoltre sono state richiamate all’attenzione esperienze come la web tv di Pdci Labaro (Roma) e i giornalini che alcune federazioni della FGCI utilizzano peri il loro intervento politico e di lotta. Una parte importante è stata dedicata ai blog oltremedianews.com e tribunodelpopolo.it, blog che pur non essendo direttamente della FGCI, riescono a fare informazione di qualità, con una grande diffusione, grazie al contributo dei nostri compagni.

L’incontro si è concluso con una risoluzione finale approvata in modo unanime. La FGCI, durante la due giorni ha tenuto incontri bilaterali con numerose organizzazioni giovanili europee e un incontro con il Compagno Diitris Palmyris, Presidente della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY) organizzazione internazionale che unisce tutte le organizzazioni anti-imperialiste presenti in tutti i continenti di cui la FGCI è membro attivo e partecipe. Tutti gli incontri bilaterali sono stati proficui e hanno contribuito a rafforzare la solida presenza della FGCI all’interno del movimento comunista e anti-imperialista europeo e internazionale.

LA CRISI CAPITALISTA, LA LOTTA DEI GIOVANI E IL RUOLO DELE ORGANIZZAZIONI GIOVANILI COMUNISTE
INTERVENTO DELLA FGCI ALL’INCONTRO – SEMINARIO DELLE GIOVENTù COMUNISTE EUROPEE – MADRID 15 -16, FEBBRAIO 2014
da www.fgci.info

Prima di tutto vorremmo ringraziare la CJC per l’ospitalità. Questo incontro rappresenta un importante momento per discutere e scambiare idee riguardo la vera natura della crisi economica, i compiti immediati delle organizzazioni giovanili comuniste e la nostra battaglia per il socialismo. 

1. Il mondo è cambiato rapidamente a partire dal 1989, dalla caduta del Muro di Berlino e dalla sconfitta dell’URSS. Ora il contesto geopolitico è molto articolato e marcato da alcuni elementi contraddittori. 

Da un lato assistiamo alla crescita di lotte anti-liberiste ed anti-imperialiste in importanti aree del mondo. Dall’altro invece ci troviamo di fronte alla recessione economica, politica e sociale dei paesi a capitalismo maturo, dei paesi più sviluppati, in particolare dei paesi che appartengono alla triade imperialista, USA, Unione Europea e Giappone. Inoltre in Europa assistiamo al risorgere di una persecuzione anti-comunista, che si concretizza in varie risoluzione dell’UE e di singoli parlamenti o governi nazionali. 

La crisi economica del sistema capitalista è ogni giorno più pesante. Questa crisi è chiaramente una crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione. Questa crisi viene utilizzata come strumento per ridefinire il rapporto tra il lavoro ed il capitale che si era determinato dopo la fine della seconda guerra mondiale, con il ruolo dell’Unione Sovietica e grazie al grande movimento popolare e al conflitto sociale che in quegli anni marcava fortemente tutto il continente europeo. Questo è il significato profondo di questa crisi. Il nostro compito, il compito di una organizzazione giovanile comunista è mostrare che con la lotta una alternativa è possibile. Il nostro compito è quello di cogliere il senso comune di malcontento diffuso tra le giovani generazioni e, come scrive Gramsci, trasformarlo in coscienza di classe. Il nostro compito è quello di trasformare questo senso comune in una conoscenza più profonda sulla natura dei problemi, sulla natura reale dei nostri avversari, su quali sono gli strumenti per condurre la lotta, e simultaneamente mostrare l’alternativa. 

L’attuale conteso geopolitico è marcato da un aumento sempre più pericoloso dell’aggressività degli interessi imperialisti. Mentre la crisi aumenta, la contraddizione tra imperialismo e lotta anti-imperialista cresce. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una escalation di aggressioni militari in Libia, in Siria e in Mali, per fare qualche esempio. Queste aggressioni sono la risposta ad una crisi egemonica dell’imperialismo, alla necessità dell’ampliamento del mercato, alla necessità della tutela degli interessi dei monopoli e del dominio geopolitico di importanti aree. Inoltre l’attuale situazione in Ucraina, con la concreta possibilità di una guerra civile, mostra come l’UE e la NATO siano capaci, pur di tutelare i propri interessi e di espandere il loro dominio, di allearsi con forze chiaramente fasciste e che si richiamano all’esperienza storica del nazismo. La nostra storia nazionale, come altre esperienze storiche, mostra che il fascismo è un regime autoritario scelto dagli interessi imperialisti e dal capitale finanziario che scelgono una via reazionaria per la tutela dei propri interessi. 

In questo contesto dobbiamo ricordare che ci sono importanti esperienze che lottano contro queste politiche e vanno nella direzione dell’emancipazione e dello sviluppo autonomo e pacifico. L’esperienza di Cuba e del Partito Comunista Cubano è esemplare. La forza che questa esperienza rappresenta nell’immaginario di tutti coloro che vogliono liberarsi dallo sfruttamento è stata in grado di innescare processi emancipatori e con carattere rivoluzionario, un esempio su tutti è rappresentato dal Venezuela, che in questi giorni sta affrontando l’ennesimo tentativo di colpo di Stato. 

Quello che abbiamo di fronte è un quadro geopolitico in rapido cambiamento. L’imperialismo sta vivendo una fase di crisi egemonica, mentre popoli e paesi che fino alla fine del secolo scorso hanno vissuto ai margini del mondo, oggi stanno aumentando il loro peso geopolitico ed economico su scala mondiale. Inoltre, importanti paesi e regioni del mondo che stanno emergendo contrastano i piani di dominio imperialista. Sicuramente queste esperienze non rappresentano per noi un modello alternativo, tuttavia rappresentano un forte ostacolo ai piani di espansione imperialisti della triade USA, UE e Giappone. 

Nel contesto europeo vi sono degli elementi contradditori. L’attacco degli interessi monopolisti contro i diritti sociali, la cosiddetta politica di austerità, promossa dall’UE, dalla Banca Centrale Europea e dalle borghesie nazionali, rende i popoli ogni giorno più poveri. Assistiamo anche ad un forte attacco contro l’affermazione della sovranità nazionale di alcuni paesi. Tuttavia assistiamo anche all’avanzamento della lotta di classe e all’importante ruolo di avanguardia che le forze comuniste svolgono in questi processi. I comunisti oggi operano dentro questo contesto contradditorio, segnato da grandi pericoli ma allo stesso tempo da grandi potenzialità per l’acquisizione di rapporti di forza. 

In Italia noi operiamo in una situazione molto complicata poiché si presenta come uno dei contesti più arretrati: dall’inizio della crisi, differentemente da quanto avvenuto in Spagna, Grecia o Portogallo, per esempio, non vi è stato nessuno sciopero generale. 

La situazione italiana è molto difficile per la gioventù. Il tasso di disoccupazione giovanile è al 41.6%. I giovani tra i 15 ed i 34 anni che sono fuori dal mondo del lavoro, e allo stesso tempo fuori da qualsiasi percorso formativo, i cosiddetti NEET (Not Engaged in Education, Employment or Trainig), sono oltre 3 milioni e trecentomila. La popolazione di giovani inattivi si aggira attorno ai 4 milioni e mezzo. Cresce sempre di più l’emigrazione. Tra il 2012 e il 2013 è aumentata del 30%, nel 2013 sono stati 50.000 i giovani che hanno lasciato il paese.

Per quanto riguarda la formazione, oggi, e da molti anni, sono in corso processi di privatizzazione sempre più forti. Il capitale privato influenza sempre di più la didattica e la struttura della formazione, mentre i fondi statali sono sempre più orientati al finanziamento di scuole private legate alla chiesa e ai vari circoli confindustriali. Tra il 2008 e il 2013 l’istruzione pubblica, l’università e la ricerca hanno subito un taglio di 14 miliardi di euro. Questo ha innescato un grande aumento delle tasse scolastiche.

2. La FGCI identifica tre terreni principali di lotta. Il primo è rappresentato dalla lotta contro l’imperialismo, per la pace e l’autodeterminazione. In questo contesto individuiamo prioritarie la lotta contro la presenza, in Italia, di basi militari e forze straniere e l’ingerenza di forze esterne negli affari politici ed economici del nostro paese; il secondo è rappresentato dalla lotta per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei giovani e in generale di tutti i lavoratori; il terzo è il terreno di lotta per una scuola, un’università ed un settore della ricerca pubblici, indipendenti dai finanziamenti privati ed inclusivi.

Questo programma rivendicativo è contenuto all’interno della nostra Costituzione. Questa carta è stata scritta dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, in un contesto in cui la lotta popolare su scala nazionale, guidata dal PCI, e la presenza dell’URSS come elemento avanzato della lotta di classe a livello internazionale, hanno creato una correlazione di forze tale da riuscire a imporre elementi molto avanzati che prendono forma dentro la nostra Costituzione.

La nostra carta costituzionale afferma la necessità di dare vita ad una democrazia allargata a tutti i livelli della società e in tutti gli ambiti decisionali; un scuola ed una università pubbliche; un settore pubblico della ricerca; un settore pubblico dell’industria orientato alle necessità dei cittadini; l’espropriazione per pubblica utilità di industrie private; la pubblicità dei servizi essenziali come la sanità; in fine la nostra costituzione ripudia la guerra come strumento per la risoluzione di controversie internazionali, questo garantisce una forte autonomia nazionale in materia di politica estera. A contraddire la nostra costituzione, purtroppo, vi è una politica estera completamente inserita nella strategia imperialista della NATO. 

Pertanto la nostra Costituzione affida al settore pubblico un ruolo principale e affida allo stato il controllo dei settori chiave della vita economica e sociale.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi tentativi di stravolgerla e all’affermazione di politiche e leggi materialmente anti-costituzionali. Noi continuiamo la nostra lotta per l’affermazione della nostra carta costituzionale e vediamo nella sua applicazione piena la costruzione di una “Democrazia Progressiva” che Gramsci definisce come programma intermedio di transizione.

La FGCI lavora costantemente per la propria crescita e rafforzamento organizzativo. Da alcuni anni il nostro slogan e quello del nostro Partito è “Ricostruire il Partito Comunista”. Questo slogan indica come obiettivo quello di riunificare (in un processo politico basato su una profonda analisi di tipo ideologica, programmatica e organizzativa) i comunisti italiani in un più forte e unitario Partito Comunista. Per i prossimi mesi la FGCI ha programmato alcune iniziative nazionali e di carattere locale che guideranno la nostra organizzazione verso il congresso, momento che rappresenterà un passo in avanti per la prospettiva della Ricostruzione del Partito Comunista.

In questa fase le nostre forze sono concentrate per la ricostruzione di una rete di militanti e di quadri che a livello nazionale promuovano la formazione di una coscienza di classe nella società, partendo dall’analisi concreta della situazione concreta, perché come Lenin afferma “non può esserci movimento rivoluzionario senza una teoria rivoluzionaria”. Noi ci richiamiamo all’analisi leninista e all’influenza del pensiero gramsciano riguardo ai processi rivoluzionari nei paesi occidentali; l’analisi di Gramsci completa il pensiero leninista senza rimuoverne le caratteristiche fondamentali. 

Cari compagni,

noi pensiamo che la fase attuale sia piena di pericoli ma anche di opportunità per il movimento comunista e per la lotta dei giovani. Per cogliere appieno queste opportunità abbiamo bisogno di una forte unità del nostro movimento, abbiamo bisogno che tutti i punti di vista siano chiaramente esposti, dobbiamo riflettere profondamente su tutte le differenze che esistono, però dobbiamo far si che il nostro movimento rimanga compatto e dobbiamo in questo senso stare attenti all’affermazione di tendenze opportuniste di destra e di sinistra o avventuriste. 

È per questo motivo che pensiamo che la risoluzione finale presentata sia una ottima base di discussione.

Cari compagni, 

ringraziamo ancora l’organizzazione che ha ospitato questo importante incontro.

Grazie per l’attenzione.


Versione Preliminare del Comunicato Finale del 10imo Meeting delle Organizzazioni Giovanili Comuniste Europee
A cura di Luca anzini

Il 15 e 16 Febbraio 2014 si è tenuto a Madrid il Decimo Meeting delle Organizzazioni Giovanili Comuniste Europee (MECYO), sotto lo slogan “Crisi del Capitalismo, lotte dei giovani e ruolo delle Organizzazioni Giovanili Comuniste”. Come organizzazioni partecipanti affermiamo che:

La situazione della gioventù della classe lavoratrice e quella degli strati popolari nelle nostre nazioni è fortemente marcata dall’attuale contesto di crisi del capitalismo dovuta alla sovrapproduzione e alla sovra accumulazione, caratteristiche connaturate al sistema capitalista. La sua origine è il risultato della maturazione delle contraddizioni interne al capitalismo stesso e non il prodotto della cattiva gestione che i vari agenti politici ed economici della borghesia conducono a livello internazionale.

Lo sviluppo della crisi del capitalismo in Europa sta avendo un impatto devastante sulle vite e sul lavoro della gioventù.

Sotto il capitalismo, la gioventù della classe lavoratrice e degli strati popolari è un settore particolarmente vulnerabile e sfruttato, in quanto anche nei periodi di espansione ed accumulazione soffre le peggiori condizioni sociali e lavorative, essendo più esposta al mirino del capitale.

Con questa crisi, il capitalismo radicalizza la sua natura parassitaria e la sua concentrazione monopolistica finalizzata alla massima estrazione di plusvalore. Il livello di insicurezza e sfruttamento aumenta tra i giovani a livelli insopportabili, togliendo il futuro dalle loro mani.

Viene così riaffermato che il capitalismo non può risolvere i problemi sociali e soddisfare i bisogni dei lavoratori e delle nuove generazioni; al contrario il capitalismo cerca di sfuggire alle sue inevitabili contraddizioni scaricandone il peso sui lavoratori e intensificando lo sfruttamento, la povertà, la disoccupazione e i pericoli di nuove guerre imperialiste.

L’oligarchia cerca di riguadagnare il proprio tasso di profitto all’interno della crisi distruggendo capacità produttiva e condannando milioni di lavoratori alla disoccupazione; mentre lavoratori adulti sono sempre più rimpiazzati da un significante numero di giovani ingabbiati in contratti straordinari di massimo sfruttamento. Nell’insieme, la crisi del capitalismo viene usata per aumentare l’attacco ai diritti e alle conquiste della classe lavoratrice, per mettere in pratica le strategie comuni dei monopoli contro lavoratori, strati popolari e soprattutto contro i giovani.

Questo assicura che i monopoli e i governi capitalisti dell’Europa usino i milioni di giovani disoccupati e sottoccupati come una lancia contro il resto della classe lavoratrice e contro i diritti che essa conquistò grazie alla congiunzione di due fattori: anni di intense lotte operaie e l’esistenza fino agli anni ’90 di Paesi europei socialisti guidati dall’URSS. Questo rafforzava le lotte di lavoratori e popolo e metteva pressione alle nazioni capitaliste. 

La gioventù nelle nazioni europee affronta oggi un tasso di disoccupazione elevatissimo, che in molte nazioni supera il 50%. Questo genera per la borghesia europea un esercito industriale di riserva di milioni di giovani. Per questo, la necessità e la disperazione dei giovani e della forza lavoro resa in esubero vengono sfruttate dalla borghesia per peggiorare ancora di più le condizioni di lavoro, le precarie forme contrattuali e i bassi salari. Un esempio chiaro è il Piano di Garanzia per la Gioventù che è stato deliberato dall’UE con l’avvallo dei governi capitalisti, socialdemocratici e neoliberali e che verrà usata nei Paesi con alti tassi di disoccupazione. Ancora peggiore è la situazione delle giovani donne della classe lavoratrice, usate come una fonte di forza-lavoro più economica e più sfruttabile. A parità di lavoro svolto, le giovani donne ricevono ancora un salario minore e giacciono in condizioni più precarie.

Noi chiamiamo i giovani lavoratori e i giovani disoccupati a rigettare questo e quel piano per lo sfruttamento della loro gioventù, a non accettare le croste gettate a loro, a stare ritti in piedi insieme alla classe lavoratrice e ad organizzarsi in ogni posto di lavoro, a rafforzare i sindacati di classe e a lottare per i propri diritti in un posto di lavoro stabile e permanente con pieni diritti.

L’Unione Europea, come alleanza sovranazionale imperialista, insieme ai suoi governi borghesi legifera per i monopolisti con lo scopo di piegare la forza lavoro con riforme, leggi e direttive. Questo è l’obiettivo della sua esistenza, la natura di classe dell’UE e delle altre organizzazioni imperialiste. Al 1contrario, i giovani hanno tutto l’interesse a lottare contro di esse.

Allo stesso tempo la battaglia si combatte anche sul piano ideologico dove i borghesi usano termini quali competitività, piani d’occupazione giovanile, contratti di formazione o l’esaltazione della flessibilità per giustificare e legittimare nella coscienza dei giovani il peggiorare delle condizioni lavorative e sociali.

Questo stesso fenomeno si riflette nell’educazione, un’altra area chiave dove i giovani sono coinvolti. L’oligarchia europea, attraverso molteplici leggi, trattati e riforme (il Processo di Bologna e la Strategia Universitaria per il 2015), sta cercando di indirizzare l’educazione verso riforme reazionarie volte ad escludere i figli della classe lavoratrice e a soddisfare le esigenze del capitale.

Al tempo stesso, migliaia di giovani lavoratori sono condannati all’emigrazione. I giovani lavoratori cercano ormai di svendere la propria forza lavoro all’estero per avere un futuro appena migliore rispetto a quello che la propria versione di capitalismo nazionale offre. Questo fenomeno è tragicamente simile ad una nuova ondata come quella che nel secondo dopoguerra obbligò migliaia di giovani europei a lasciare le proprie case per lavorare in nazioni più industrializzate. Oggi le nuove generazioni di immigranti vanno nuovamente all’estero per sopravvivere, mostrando come il capitalismo generi solo e soltanto le stesse tragedie per i lavoratori e le loro famiglie.

La gioventù in tutte le nazioni può trarre conclusioni sul senso della libertà di movimento di cui l’UE si professa campione sin dal trattato di Maastricht: libertà per i capitali di sfruttare tutti ovunque e in ogni maniera essi decidano. In tutte le nazioni d’Europa la gioventù deve lottare per i suoi diritti odierni e contro le cause del proprio sfruttamento, disoccupazione e emigrazione forzata. 

I giovani devono respingere tutte le politiche che lavorano in favore degli interessi dei monopoli e tentano di dividere la classe lavoratrice tra giovani e adulti, tra lavoratori immigrati e lavoratori nativi, e devono lottare contro tutti quei tentativi di mistificazione delle coscienze attraverso i veleni del fascismo e del nazismo. 

Le organizzazioni presenti al 10° MECYO lottano per organizzare i giovani contro i piani dell’UE e dei governi borghesi. Noi supportiamo ed organizziamo la lotta di massa con carattere di classe e la lotta contro le posizioni opportuniste che chiamano i giovani e tutta l classe lavoratrice a riconciliarsi con il nemico di classe e sostenere il sistema capitalista. 

Allo stesso tempo conduciamo una battaglia ideologica volta a mostrare le menzogne e le leggi anti-comuniste che in anni recenti hanno allontanato consistenti strati popolari dal movimento comunista, unico movimento che lotta per gli interessi delle classi oppresse. 

Va anche analizzato il fenomeno del fascismo in Europa. Il fascismo è nato ed è sempre stato utilizzato come strumento del sistema capitalista. Questo si presenta con una retorica anti-sistema per mistificare la coscienza dei giovani, mentre in realtà rappresenta il braccio armato per reprimere i movimenti e le lotte popolari. I comunisti hanno il compito di mostrare il reale carattere del fascismo.

Come organizzazioni giovanili, assieme ai nostri partiti, abbiamo il dovere di rappresentare l’avanguardia del movimento di classe, innalzare il livello della coscienza e organizzare la lotta verso obiettivi precisi. Le gioventù comuniste aspirano a guidare i giovani degli strati popolari nella lotta per l’espansione dei diritti, per rafforzare il movimento che rivendica più diritti per i lavoratori, per il popolo e per la gioventù, con l’obiettivo di accumulare rapporti di forza con l’obiettivo della costruzione del socialismo e per una nuova società, libera dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, l’unico futuro possibile per tutta l’umanità.

Dal 10° MECYO le organizzazioni presenti esprimono solidarietà con la lotta popolare e dei lavoratori contro la dittatura dei monopoli. 

Chiamiamo tutti i giovani a lottare per i loro diritti e le loro necessità, per un lavoro stabile e con diritti, per una scuola ed una università gratuite, per il diritto ala salute, alla sicurezza sociale e per un libero accesso alla cultura. 

Noi chiediamo l’abrogazione delle leggi anti-comuniste, cosi come la fine di qualsiasi approccio reazionario volto a comparare il comunismo e la costruzione del socialismo con il nazi-fascismo. Questa comparazione e queste leggi sono alla base dell’ideologia promossa dall’UE. 

Ci appelliamo alla gioventù affinché aumenti la lotta per i propri diritti, contro l’imperialismo, per la costruzione di una società che garantisca la possibilità della realizzazione delle aspirazioni della gioventù, per la pace, la solidarietà, per un lavoro dignitoso, affinché la classe lavoratrice abolisca lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, prenda il controllo del potere politico ed economico e costruisca il socialismo.