La lotta del Partito Comunista Portoghese e la sua vittoria alle elezioni amministrative

di Franco Tomassoni, da Lisbona

pcp lisboa16Il risultato che esce dalle elezioni amministrative portoghesi mostra una forte avanzata dei comunisti e di tutta quanta la Coalizione Democratica Unitaria (CDU), coalizione con cui il Partito Comunista Portoghese (PCP) ed il Partito Ecologista “i Verdi” (PEV) si presentano alle elezioni. I comunisti e le forze progressiste, che assieme danno vita a questa alleanza, ottengono un positivo 11,98% e rispetto alle elezioni del 2009, aumentano il consenso di quasi il 2% in termini percentuali e di oltre 30.000 voti in termini assoluti.

La CDU è l’unica sigla a crescere elettoralmente. Questo risultato è decisamente importante perché indicativo del radicamento sociale della CDU e del PCP costruito in questi anni. In città importanti come Evora, Loures (in cui il candidato della coalizione guidata dal PCP era Bernardino Soares, capogruppo al parlamento), Beja e Grandola, che fino al 29 settembre sono state governate dal Partito Socialista (PS), gli elettori hanno dato fiducia alla CDU, che dopo queste elezioni è al governo in 34 comuni. Nel 2009 aveva conquistato la maggioranza in 28 comuni.


Il Bloco de Esquerda (BE), l’altra coalizione di sinistra, membro del Partito della Sinistra Europea, ottiene un risultato molto negativo e perde l’amministrazione ed il governo dell’unico comune che governava. È indicativo come questa forza a livello nazionale prenda molti più voti che nelle elezioni amministrative. Nelle ultime elezioni europee il BE conquistò più voti e un eurodeputato in più rispetto alla CDU. Questa dinamica è dovuta a due fattori principali. Il primo è indubbiamente il fatto che questa organizzazione politica (una coalizione di tendenze politiche, gruppi e piccoli partiti di sinistra radicale) sia una forza politica d’opinione ma di scarso radicamento sociale. Il secondo fattore è dovuto alla differenza sul tema dell’Europa tra il BE e la CDU. Infatti questa organizzazione politica, nonostante sia fortemente critica rispetto a tutte le misure imposte dalla troika e ai trattati europei, non è critica dell’impianto complessivo del processo di integrazione europeo. È questa differenza che lo rende un partito volto all’accettazione delle compatibilità di sistema. Sono queste compatibilità, e una funzione di argine del dissenso che potrebbe dilagare verso un voto massivo alla CDU, a garantirgli una grande presenza nei media, che alla CDU e al PCP viene spesso negata. Tuttavia, come già sottolineato, il risultato delle elezioni amministrative – il livello elettorale riconosciuto, da parte dell’elettorato, come il più prossimo alla vita quotidiana – mostra come questa forte proposizione mediatica possa garantire qualche risultato positivo, ma se non coadiuvata da un adeguato radicamento sociale, non può nascondere la debolezza di un’organizzazione politica.

Il PS, oggi all’opposizione, ottiene un risultato che gli permette di governare la maggioranza dei comuni e guidare l’associazione nazionale delle camere municipali, tuttavia va messa in evidenza la perdita di consenso sia in termini assoluti che in termini relativi rispetto alle elezioni del 2009. I partiti al governo PSD e CDS/PP escono dalle urne distrutti.

Ovviamente hanno avuto un ruolo decisivo sul risultato elettorale le misure economiche di austerità promosse dalla troika che non solo hanno prodotto ingenti tagli alla spesa pubblica, all’aumento di tasse non progressive e all’aumento della precarietà e dello sfruttamento lavorativo, ma non hanno nemmeno migliorato nessun indice economico. Dopo la cura della troika il Portogallo sta peggio. A dimostrarlo sono proprio i dati della Banca centrale portoghese.

Pertanto, il risultato negativo dei partiti al governo, come del resto quello del PS (che con toni propagandistici e che non tengono conto della realtà dei dati parla di un successo clamoroso, “dimenticandosi” di aver perso quasi 300.000 voti), è da attribuire alla conduzione di queste politiche. Mentre i partiti al governo sono stati riconosciuti come i diretti responsabili del continuo impoverimento del paese, e per questo bocciati dalle urne, sul risultato negativo del PS pesa da un lato l’aver accettato e firmato il memorandum della troika quando stava al governo, dall’altro la politica di opposizione ambigua a questo governo.

Lo sforzo militante del PCP e il quadro politico portoghese nei mesi precedenti le elezioni

Tuttavia per completare il quadro vanno segnalati gli avvenimenti politici che hanno cadenzato la vita de partiti fino al verdetto delle urne. In realtà è proprio nei mesi che precedono il giorno delle votazioni che è contenuto il senso profondo della militanza che caratterizza il PCP e tutta la CDU. Inoltre in questo periodo sono avvenuti fatti importanti nella vita politica portoghese che è bene menzionare perché aiutano a comprendere meglio il risultato elettorale.

Il radicamento sociale a cui si è fatto riferimento è il risultato di uno sforzo militante e di una cultura della militanza molto forte e profonda, radicata in tutto il corpo vivo del PCP. Non è necessario considerare un periodo di tempo lungo per vedere l’intensità del lavoro dei militanti, ma basta guardare al periodo estivo, che da noi, in Italia, corrisponde sempre ad un calo della militanza. Il 27 giugno il Portogallo ha assistito ad un poderoso sciopero generale, uno dei più riusciti di sempre; a inizio settembre si è tenuta la partecipatissima (centinaia di migliaia di persone) “Festa do Avante” ( “Avante” è il settimanale del Partito Comunista Portoghese) costruita interamente con lo sforzo militante, fatto che testimonia non la semplice esistenza di un partito politico ma la presenza congiunta di un progetto per la trasformazione della società e di una comunità umana ben intenzionata a portarlo avanti; la campagna elettorale che si è aperta il secondo dopo la conclusione della festa. Durante questo periodo inoltre sono state moltissime le iniziative, anche queste sorrette dallo sforzo militante, per il centenario di Alvaro Cunhal, grande leader del movimento anti-fascista, e storico Segretario Generale del PCP.

Lo sciopero generale del 27 giugno è stato il culmine di un periodo di grandi mobilitazioni in tutto il paese. La partecipazione a questa iniziativa di lotta è stata enorme. Come ha sottolineato al recente Congresso Nazionale del PdCI la compagna eurodeputata Ines Zuber, vi è l’elevata adesione allo sciopero ed il suo grande successo tra le cause che hanno generato la crisi di governo portoghese tra la fine di giugno e la prima metà di luglio. In questa fase è possibile già scorgere alcuni elementi a cui si è fatto riferimento nell’analisi del risultato elettorale, specialmente per quello che riguarda l’ambigua opposizione del PS alle politiche di austerity promosse dal governo PSD – CDS/PP. Questa grandiosa iniziativa di lotta era stata lanciata dalla CGTP-IN, maggiore sindacato del paese e a direzione comunista, ricercando la più ampia convergenza con le altre forze sociali e sindacali, in particolar modo invitando la UGT, seconda confederazione sindacale nazionale, guidata dal PS, a partecipare. Tuttavia la ricerca dell’unità con le altre forze è stata efficace solo entro certi limiti, tanto da spingere la CGTP-IN ad indire lo sciopero generale con l’appoggio esclusivo di alcuni importanti sindacati autonomi. Una volta lanciata la mobilitazione, l’adesione è stata enorme, a tal punto che a distanza di una settimana la UGT si è trovata costretta a tornare sui suoi passi e ad aderire all’iniziativa di lotta. È possibile scorgere in questo evento l’ambiguità della linea del PS così come è importante notare la capacità del movimento operaio portoghese di far diventare egemone le proprie scelte e di far prevalere un profilo di lotta rispetto alle tendenze opportuniste e concertative.

Come già accennato, a seguito dello sciopero si è aperta una crisi di governo che il presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva ha cercato di risolvere lanciando la proposta delle larghe intese. Proprio nella gestione di questa delicata fase nel PS si apre il dibattito tra i favorevoli alle larghe intese e i contrari. Tra questi ultimi vi è anche Mario Soares (colui che ebbe un ruolo centrale nell’allontanare i comunisti dai primi governi dopo la rivoluzione e che diede una copertura di sinistra alla controrivoluzione del 1975) che attacca il segretario del PS, favorevole a salvare il governo. Le argomentazioni di Soares sono interessanti. Egli sostiene che dando vita ad un governo di larghe intese la CDU, già molto forte in tutti i sondaggi, si troverebbe in una posizione di forza e sfrutterebbe al meglio la situazione nelle elezioni amministrative, ottenendo un risultato che potrebbe anche arrivare a superare quello dello stesso PS. È proprio questa linea a vincere, anche se aiutata dalle circostanze che consentono al PS, in vista delle elezioni, una tattica politica tanto intelligente quanto opportunista. La crisi di governo rientra compattando la coalizione di governo che nel parlamento detiene la maggioranza assoluta e riesce così a sconfiggere una mozione di sfiducia, che si trasforma nel suo contrario, votata opportunisticamente anche dal PS.

A seguito di questa crisi incominciano gli incontri tra i partiti politici. La CDU ed il PCP incontrano sia il PS che il BE. Al centro delle discussioni ci sono i temi dell’Europa e della politica economica nazionale. È proprio in questi incontri che il PCP acquisisce vantaggio che avrà il suo riflesso nel risultato delle elezioni del 29 settembre. Al centro del suo slogan “una politica patriottica e di sinistra” c’è la questione della sovranità nazionale, la questione della centralità della nazionalizzazione dei settori strategici dell’economia, oggi completamente in via di de-nazionalizzazione verso capitali stranieri. Proprio questa tattica, di apertura al confronto, ma di fermezza sulle proprie posizioni, consente al PCP di mostrare le contraddizioni interne alle altre forze politiche e al contempo apparire come forza che ricerca si l’unità, ma che non per questo è disposta a cambiare idea.

L’incontro con il Bloco de Esquerda ha più o meno ricalcato la stessa trama vista nell’incontro con il PS, perlomeno questo è quanto si legge dai giornali. Tuttavia è bene ribadire che nel suo programma politico la CDU pone al centro la questione della sovranità economica, la centralità del ruolo dello stato nell’economia e nell’industria e le politiche sociali. Pertanto, se su alcune questioni minime è possibile una convergenza tra queste due forze, convergenza che avviene in parlamento votando congiuntamente proposte di legge, la proposta politica della CDU ha il suo punto di ricaduta sulla questione europea, tema su cui il BE invece ha una posizione, come detto prima, di completa compatibilità con il processo di integrazione continentale.

Per avere un’idea chiara dei rapporti tra queste due forze è opportuno ricordare che nella conduzione della campagna elettorale il BE è stato molto scorretto nei confronti della CDU. La nuova riforma elettorale approvata impone un limite di due mandati nella stessa circoscrizione o nello stesso comune, pertanto è perfettamente possibile candidarsi in un’altra circoscrizione. Questa l’interpretazione corretta della legge che sembra non essere condivisa dal BE. Nelle liste della CDU erano presenti candidati che avevano già fatto due mandati in camere municipali differenti da quelle in cui sono stati candidati nell’ultima tornata elettorale. Tuttavia il BE ha presentato numerosi ricorsi contro i candidati della CDU sostenendo un’interpretazione differente della legge. Il verdetto finale ha ovviamente dato ragione alla CDU.

Chiusa questa intensa fase di incontri tra partiti e tatticismi elettorali è partita la grande macchina militante del PCP per gli ultimi impegnativi preparativi della “Festa do Avante”. La preparazione di questo importante evento dura tutto l’anno. Un grande evento di popolo che coinvolge nella preparazione migliaia di giovani militanti e di volontari. Con questo evento il PCP riesce a finanziare parte della sua attività politica. Inoltre questo festival di tre giorni ha una partecipazione incredibile e un’offerta culturale di grandissimo livello. È un evento importante per tutta la società portoghese.

Per tutta l’area dell’enorme parco di proprietà del PCP, acquistato con un lavoro di sottoscrizione ad hoc, si trovano gli stand delle varie federazioni, librerie, vari palchi da cui si esibiscono numerosi gruppi musicali, spazi per l’infanzia, spazi per il cinema, il teatro, campeggi in cui i visitatori accampano, mostre ed esibizioni, padiglioni sportivi e performance artistiche, infine il grande spazio internazionale, una area intera del parco in cui sono presenti gli stand gastronomici e informativi di tutti i partiti comunisti e di tutte le organizzazioni politiche con cui il PCP intrattiene rapporti. Inoltre, in questa area, vengono organizzati dibattiti molto partecipati sui temi della politica internazionale. Tutta l’area è decorata con murales e striscioni su cui campeggiano gli slogan di lotta gridati per le strade durante i cortei e nelle manifestazioni.

Ovviamente lo sforzo militante richiesto per la preparazione di questa festa è enorme, per dare solo un’idea del radicamento profondo della cultura della militanza, va messo in rilievo che tutti coloro che sono coinvolti nella preparazione e nel lavoro durante la festa, dal servizio d’ordine a chi sta nelle cucine, paga il biglietto di ingresso regolarmente, come un qualsiasi partecipante..

Appena chiusa la festa è partita la campagna elettorale. Già il giorno successivo alla chiusura della festa era possibile incontrare nelle vie principali di Lisbona banchetti di propaganda della CDU. La campagna elettorale a cui hanno dato vita i compagni della CDU è stata un altro esempio di questa forte militanza. In tutte le strade era possibile scorgere manifesti e volantini. Bande musicali e concerti di gruppi emergenti si sono svolti in tutte le principali città. Grandi manifestazioni e comizi hanno avuto luogo in tutti i quartieri.

È indubbia l’importanza del risultato ottenuto dalla CDU nelle elezioni. per avere le idee chiare basta leggere l‘editoriale di “Avante” – settimanale del PCP – prima delle elezioni, la cui traduzione si trova su Marx21.it (https://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-europa/22851-i-comunisti-portoghesi-alla-vigilia-delle-elezioni-amministrative.html): “l’importanza del rafforzamento elettorale della CDU deve essere valutata anche alla luce della realtà nazionale, dello stato in cui versa il Paese, della situazione drammatica vissuta dalla immensa maggioranza dei portoghesi – e dei responsabili di tutto ciò: i partiti della troika nazionale – Partito Socialista, PSD e CDS – che, obbedendo fedelmente al patto di aggressione che i tre hanno firmato con la troika occupante, hanno spinto il Portogallo sulla strada del disastro”.

Tuttavia la lezione che il movimento comunista italiano deve trarre da questa esperienza è un’altra. Non dobbiamo fare l’errore di guardare a questo risultato elettorale positivo ottenuto dai comunisti portoghesi come l’elemento caratterizzante della vita politica del PCP e della CDU. Quello che è in campo è differente. Si tratta di un blocco storico ben definito che ha come orizzonte quello del cambiamento, quello della rivoluzione. In questo contesto pertanto il fronte elettorale rappresenta esclusivamente uno dei piani della lotta, non quello determinante. Se è importante, come nei fatti lo è, la presenza nelle istituzioni ed il peso elettorale, questi non determinano la natura del progetto. Il fronte elettorale è uno dei terreni dello scontro più ampio della lotta di classe. È questo il senso vero di questa esperienza. Proprio per questo è importante l’avanzata dei comunisti nelle elezioni amministrative portoghesi, che rappresenta un passo in avanti nella lotta di classe più generale. Questa lezione, già spesso ricordata, non è ancora giunta alla dovuta maturazione dentro il movimento comunista italiano. Quello che è opportuno costruire in Italia è un partito comunista che si ponga il problema della lotta di classe, e che dia alle elezioni e alla tattica elettorale il giusto peso. La necessità del cambiamento sociale esiste a prescindere dai risultati elettorali e l’esistenza in Portogallo di un forte partito comunista è un contributo fondamentale al movimento comunista internazionale. Il suo consolidamento elettorale pertanto è un risultato importante anche per noi. La debolezza del movimento comunista europeo è purtroppo realtà, tuttavia il positivo risultato dei comunisti portoghesi, che testimonia l’esistenza di un forte blocco storico, deve darci conforto e deve aiutarci ad allargare lo sguardo oltre i nostri confini nazionali.